GUIDA DI POMPEI PER GIUSEPPE FIORELLl CON AGGIUNTE DI ANTONIO SOGLIANO NAPOLI TIPOGRAFIA DELLA REGIA UNIVERSITÀ NEL GIÀ COLLEGIO DEL SALVATORE 1897 ^^^3^^-^ ^^'^'^ '^^^^ \>'^^ ^? .^>-» « jk.a^ ^ o fXJi^ POMPEI 110 (Archeologia) FIORELLI G. — Guida di Pompei. Con aggiunta di A. Sogliano. Napoli 1897, 16' pp. VII- 110. -rv ' '>l • 3 • IC a (DI» » O-O • - O I •O ►-•»! •o- — o » <-Hrn to 0< Ci o • e •o "» ►* >o> w a. [n ►-• • ►» r*- O' - • 1 il GUIDA DI POMPEI PER GIUSEPPE FIORELLl CON AGGIUNTE DI ANTONIO SOGLIANO S^-. 5^D NAPOLI TIPOGRAFIA DELLA RLGlA LNIVtRSlTÀ NEL GIÀ COLLEGIO DEL SALVATORE 1897 JHE GETTY CENTER LIBRARY PROEMIO Una popolazione italica , mista a Greci venuti di fuori , fondò Pompei verso il sesto secolo in- nanzi r era volgare. I Sanniti discesi dagli Ap- pennini neir anno 424 , 1' occuparono e vi si mantennero fino al termine della guerra Mar- sica, quando, incendiata Stabia e disfatto l'eser cito di Gluenzio i Pompeiani dovettero soggia- cere alla fortuna di Roma. Da quel tempo in poi, per la deduzione di una colonia militare inviata da Sulla e rinno- vata da Augusto, nonché per lo accorrervi d'il- lustri personaggi, che lasciavano Roma per cer- carvi un ricovero contro le agitazioni del Fo- ro, Pompei andò gradatamente abbandonando la primitiva fierezza ed abbellendosi di nuovi e più sontuosi edifizi. Ma allorché l'amenità del sito, la frequenza dei commerci , 1' opulenza dei suoi abitatori VI Proemio. l'avevano latta divenire una delle celebri città della Campania , il terremoto la percosse im- provvisamente il quinto giorno di febbraio del- l'anno 63 dell' era volgare. E non erasi anco- ra rialzata dalle sue rovine, quando il Vesuvio eruttando per tre giorni fuoco e ceneri , che giunsero persino in Egitto e nella Siria , la « seppellì il venticinque di agosto dell'anno 79, sotto un monte di sabbia e di lapilli. La tetra narrazione di quest' ultimo fatto di Pompei si raccoglie da due lettere di Plinio il giovane, che ritraggono vivamente l' orrore di quella terribile catastrofe. Sono intanto trascorsi centoquarantaquattro anni , da che fu dato cominciamento alla scoperta di Pompei. Esplorate con ogni diligenza le stra- de, le piazze, le case, ed i pubblici edifìzi, tor- narono a luce innumerevoli monumenti, che for- nirono dati bastevoli per ricostituire il tipo della civiltà romana, durante la prima metà del se- colo di Augusto. Se non che le opere altamente erudito che illustrano le dissepolte rovine, non possono ser- vire al curioso giunto per la prima volta in I^ROK.MIO. VII Pompei, se generalmente egli non si trovi pre- parato allo studio delle antichità classiche. A lui occorre invece un libro , che faccia conoscere con esattezza i monumenti più importanti finora scoperti e la loro destinazione , mettendolo in grado di t'ormarsi un giusto concetto dei co- stumi del tempo , e premunendolo contro le ipotesi suscitale da troppo fervida immagina- zione. Tale è lo scopo della presente Guida , la qua- le scevra di erudizione, e breve per quanto era possibile, aspira soltanto a destare l'amore di Pompei, lasciando il desiderio di farvi spesso ritorno. POMPEI I. L' amena collina ombreggiata di oleandri e di acacie, per cui si accede a Pompei, ricopre edifizi e giardini , che al tempo dei Romani si distende- vano per le sue pendici , fino a toccare le vetuste mura della Città , allora inutili alla difesa , o di- roccate in più siti. Queste mura costeggiano quasi la via che mena a Salerno , e volgendo a setten- trione , poco discosto dall' Hotel Diomede , circui- scono il poggio mettendo capo alla Porta per cui si entra in Pompei ; alla quale si perveniva anti- camente per una strada, lastricata di grandi massi poligoni di pietra vesuviana , che dal lido s' iner- picava \)C\ colle. Tale strada è sepolta sotto un enorme cumulo di ceneri e di lapilli, risultati da- gli scavi del 1817, e qui depositato allorché s'igno- rava l'estensione della città: ma ne apparisce sol- tanto un piccolo tratto innanzi alla Porta, con de- clivio che la crederla inaccessibile ai carri. Z L INGRESSO Un'osteria, preceduta forse da pergolato sorret- to da pilastri, o con cenacoli superiori, precedeva la Porta avendo in vicinanza un sedile. D'incontro all'osteria, cioè a dritta della strada vedesi un'edi- cola , che conteneva un simulacro di Minerva in terracotta , dea protettrice del luogo , nella cui prossimità ebbesi la ventura d' incontrare quella lucerna votiva di oro , eh' è uno degli oggetti più preziosi del Museo di Napoli. 1. Porta della Marina Sfigurata nella sommità da costruzioni moderne, che furono tolte recentemente, ha un solo andro- ne diviso in due sentieri, 1' uno lastricato, 1' altro di terreno battuto; ed il primo chiuso esternamen- te con porta di legno a due battendi , il secondo con cancello di ferro. In epoca meno antica ven- nero aggregate alla Porta alcune località attigue alle pubbliche mura , dandovi adito da questo an- drone e dal pomerio, per servire forse di deposito alle merci provenienti dal mare. Tale almeno sem- bra essere stato 1' uso di quei profondi magazzini, che trovansi a dritta di chi sale, e che contengo- no il Museo Pompeiano , di cui leggesi la descri- zione in fine del i)resente volume. 2. Case a sinistra della strada. Oltrepassato 1' androne , un muro di opera reti- colata costeggia a dritla la via , mentre a sinistra cominciano ad apparire le abitazioni aggruppate in isole, come nelle città moderne, e separate da vi- coli e da strade. La prima di queste isole o caseg- giati, che aveva sul davanti un portico, nulla pre- sente di notevole, tranne la bottega n. 7, in cui si vendevano bevande calde, detta perciò tìiermoiìo- Ihim. Sul pilastro , che ne precede la porta , sta una piccola edicola contenente uno scudetto di marmo, adorno di due maschere tragiche e di due CASE A SINISTRA DELLA STRADA 3 liaccole. Lo scudetto era servito in qualche ricca iibilazione per decorare i portici del giardino, pen- dendo dall' alto (Va le colonne , insieme a festoni di liori e di erbe; ma mutata destinazione per igno- ta causa, iu qui posto contro il lascino, essendo le maschere pel terror-e , che incutevano ai riguar- danti, valevoli ad allontanare ogni malefico influsso. La bottega aveva innanzi un poggio di fabbrica con due vasi di terracotta per serbare l'acqua fre- -sca, e da un lato di esso i gradini per le stoviglie <3d i bicchiei-i; più internamente il foi-nello per le l)Ozioni calde, ed in fondo una stanzetta per gli av- ventori. Le due piccole nicchie incavate nella pa- rete servii'ono a contenere i Lari ed i Penati, im- magini dei Oenii e della deità , sotto la cui tutela viveva il padrone del termopolio. Nell'isola seguente, sul medesimo lato della stra- da merita esser veduta la casa n. 10 , ove nella .stanza a dritta di quella che è di fronte allo ingres- so , trovasi dipinta la lupa che nutrisce i gemelli. Evvi inoltre il giai-dino , che nella parete di pro- .spetto mosti-a un grandioso dipinto di animali, cioè un gran serpe avvolto ad un albero, un elefante, un toro , un muletto , un caprio , un leone , una volpe , un orso. Altro dipinto è nella parete atti- gua, rappresentante un giardino con rigogliosa ve- getazione , di mezzo alla quale elevasi un poggio , cui stanno addossati un vaso con getto di acqua , due statue muliebri in piedi, ciascuna recante una vasca , e dietro al poggio a guisa di altra statua il simulacro di Sileno, sdraiato sull'otre intorno a cui posano un pavone ed alcuni uccelli. Un secondo edilìzio privato nella stessa isola, che ha la poi'ta segnata col n. 5 , mostra nella prima corte o atrio, a sinistra dello ingresso, il sito ove sopra un grande pezzo di travertino era collocata la cassa di ferro pel domestico peculio. Sullo stes- so lato si trovano due cubicoli o stanzette da dor- mire, ed un' ala ossia recesso senza porta, in cui rimangono le tracce di un grande armadio ; men- 4 CASE A SINISTRA DELLA STRADA tre dall'opposto fianco stanno le stesse località, ed in uno dei due cubicoli la gradinata che metteva al piano superiore , con accosto la cucina e la la- trina. Il giardino circondato da portico di dodici colonne , intramezzate da pluteo o barriera di le- gno, aveva nel mezzo la piscina, e nell'ambulacro ad oriente schiudeva 1' adito ad una sala, fregiata d' importanti dipinture. Vi si vede un quadro con Tenere seduta jìr-esso Adone che stringe il dardo, mentre la dea oltre al giovane la conchiglia. In altro quadro Ermafrodito nudo in piedi , è in atto di acconciarsi le chiome, mirandosi nello specchio. Occupano il rimanente delle pareti varii dipinti minori , con rappresen- tanze di amorini in diverse attitudini. Un quadret- to offre una corsa di bighe tirate da delfìni , col vincitore ritto sul carro , che volgesi al vinto ca- duto nelle onde. In altro sono Amorini fiorai , tre dei quali stanno intorno ad una tavola intreccian- do festoni, con un quarto che ne reca una cesta , una Psiche in atto di porgere alcune ghirlande, un sesto Amore che intesse un festone sospeso, ed un settimo che dispone nel bacino i serti già fatti. Un terzo quadretto mostra Amorini vinai, uno dei quali pTeme le uve nello strettoio , altro guarda il mo- sto nel vaso, un terzo intento al vino da cuocere vi agita dentro il mestolo, mentre Amore e Psiche apprestano la tavola del convivio , ed altra simile coppia s' intrattiene favellando. Il quarto dipinto ritrae il gruppo di tre Amorini occupati a vuota- re un gran vaso, posto su di un carro cui stanno aggiogati due leoni , Psiche che tende la mano ad una delle belve, ed altro Amore che la contempla. Il quinto quadretto esibisce due gruppi di Amore e Psiche , nonché altro Amore in atto di eseguire una libazione. Vi stanno da ultimo varie figure iso- late di donne , e quella di un uomo portante sul capo un canestro. La sala da pranzo , o triclinio , ha duo finestre, e due quadri. Nel primo è rappresentato Triptole- CASE A SINISTRA DELLA STRADA 5 mo pi-osso la biga dei serpenti, poggiato alla ver- ga , che protende la mano a Proserpina per rice- vere da lei le spighe del grano, mentre tiene ac- canto il canestro delle biade ; nel secondo sembra <>ispi'essa la discesa di Venere protettrice di Pom- pei sul lido, ove fu poi fabbricata la città , con la dea che stringe il lungo scettro d'oro ed ha il pe- plo sulle gambe, e che seduta sulle spire del Tin- tone porge la mano ad Amore, per discendere sulla spiaggia, ove una giovane donna , personificazione ^RlMrw quello stes- so che fece il Teatro maggiore , e che dovette pure costruire o rifare il tribunale , al disotto del quale esìste una cella in cui sì discende per due 8 BASILICA piccole gradinate di pieti-a , servita forse per re- positorio delle suppellettili ond' era addobbata la sala superiore. Oltre una statua equestre di bronzo dorato, pog- giata sul piedistallo che sta innanzi al tribunale , varie erme , statue , e vasche dovevano pure cig- liare i portici della basilica ; se però non deve cre- dersi che gì' innumerevoli frammenti di marmo , e le mutile iscrizioni quivi raccolte, spettassero ad altri edifìzi , e fossero trasportati in questo sito , dopo che il terremoto ebbe sconvolta e distrutta gran parte della città. Vuoisi da ultimo notare, come gV intonachi tolti ila queste pareti , e che ora si trovano nel Museo di Napoli, contengano iscrizioni graffite con lo sti- lo , da persone che per negozi od altre faccende frequentavano questo luogo; ed il numero e la va- rietà delle epigrafi è tale , che un modesto scrit- tore non si l'itenne dal segnarvi anche questo di- stico , ripetuto neir Anfiteatro e nel Teatro mag- giore : Admiror, paries, te non cecidisse ruinis Qui tot scriptorum taedia su s fine a s. {Mi meravifflio, o perete, come tu non sia cadu- ta in rovina sopportando le noie di tanti scrit- tori!) 5. Foro Un' area destinata ai mercati, ai giuochi, ed alle l)ubbliche riunioni , circoscritta da duplice ordine di colonne che reggevano il tetto, costituì il Foro di Pompei nell' epoca anteriore ad Augusto. Più tardi però la costruzione di nuovi edifizi avendo imposta la necessità di abbattere il filare esterno delle colonne di questo portico , le interne che in origine erano di tufo , vennero sostituite da altre ì)iii massiccie di ti'avertino, sulle quali fu soprai)- FORO 9 l>osto un secondo ordine coverto per aumentare 1" ampiezza e la magnificenza del monumento. Que- sto lavovo non era condotto al suo tei-mine, quan- e/* ;^0 " STORIA DEI SEPOLCRI se è per Caio Muzio Fausto augustale ed abitante del borgo, al quale per i suoi meriti i decurioni, col consenso del popolo , decretarono il bisellio. Questo monumento Nevoleia Tyche , essendo ancor viva, fece per i liberti e le liberte sue , e per quelli di Caio Munazio Fausto). Sul lato destro del monumento vedesi in basso- rilievo una nave coi rematori, in atto di giungere in porto ammainando la vela, allusione forse al ter- minar della vita, o ai commerci cui erasi dedicato Munazio ; nell' opposto lato, è efligiato il bisellio , fornito dello sgabello per appoggiarvi i piedi. ^3) Nella località segnata con questo numero stanno tre letti di fabbrica, intorno ad una tavola. Quivi un liberto a nome Callisto l'iuniva negli av- versari della morte del suo padrone , Cneo Vibrio Saturnino, i parenti e gli amici di lui, celebrandone la memoria con funebre banchetto. 24) Un ultimo edifìzio trovasi finalmente al ter- mine della strada, ed è quello che chiamano Casa di Diomede. Vi si accede dalla via, e vi si trova innanzi tutto un atrio, abbellito da quattordici co- lonne, dal quale a dritta si discende nelT abitazio- ne dei servi ; a sinistra si entra nel bagno , che sebbene piccolo offriva tutti i comodi di una terna; e di fronte per un corridoio, cui sta addossata una grande sala, si esce in un giardino , che dava ac- cesso ad una terrazza, coverta forse da pergulato. Varie nobili stanze da letto, altre pei ricevimenti, una da pranzo con la vicina dispensa, ed un piano sovrapposto ora interamente distrutto, destinato for- se ad abitazione delle donne, formavano il princi- pale nucleo dell' edifìzio, a cui altre località si ag- giungevano nel piano inferiore , mercè di una ap- l^osità gradinata. Quivi un grandissimo orto, con vasta piscina e pergolato, era rinchiuso da portici sovrapposti alla sotterranea cantina , che aveva in- gresso da due aditi opposti. Presso uno dei quali furono viste nella terra le impressioni dei corpi di STi;.\:>A i>i:i skì'oi.cui 31 (liciotto individui , oltre (juelli di un fanciullo e di un jj^iovinolto, the abbracciati tra loro vi si erano l'icoverati nei giorno della catastrofe. Si discerne- vano i capelli, le calze, i panni, i veli, le vesti onde tcneveno ricoperte le persone ; ma delle loro for- me nulla potè conservarsi, non essendo ancora tro- vato il modo di serbare tali impronte , restituen- do col gesso i corpi intieramente distrutti. Si rac- colsero invece, e si trasportarono nel Museo di Na- poli, gli oggetti che si i-invennero accanto ad essi, i gioielli cioè e gli ornamenti preziosi che speravano ili salvare. Neil' orto si scoprì uno scheletro, forse del capo della famiglia, che teneva ancora in mano una chiave inargentata, seguito da un servo l'ecan- te oggetti preziosi e monete di oro e di argento. Egli forse esplorava una via di salvezza, avvicinan- dosi alla porta eh' esiste verso V estremità dell'orto; ma anche costoro non fecero in tempo a fuggire, ed i loro scheletri venuti a luce allorché scavavasi al di fuori della cennata porta, diedero agio di ri- conoscere , che questa aveva esternamente un' aia l»er battere il grano, e confinava con la campagna, nella quale si serbavano ancora intatti i solchi delle piantagioni. In questo punto ha termine la parte scavata , e conviene rifare la via per rientrare in città, prose- guendo la visita dei monumenti che si trovano sul sinistro lato. 42) Yedesi prima di ogni altro il sepolcreto della gente Arria, che Marco Arrio Diomede, liberto di Caia e capo del borgo Augusto Felice suburbano , aveva preparato per se e per i suoi. 41) Indi la tomba di un fanciullo di dodici anni, chiamato Numer-io (?) Velasio Grato. 40) Quella di altro fanciullo di sei anni, appel- lato Silvio. 36-3U) Poi il sepolcro della gente Ccia. in for- ma di piedistallo, ornato di statue, con i)assurilie- vi di stucco esprimenti soldati, i qualti conducono a mano i propri destrieri , vari trofei d'armi, due 32 STRADA DEI SEPOLCRI busti, alquante finestre chiuse da cancelli, e la iscri- zione : L • CEIO • L • F . MEN • LABEONI iTeR- D-V-I-D -OVINO,. MENAMACHVS -L (A Lucio Celo Lalìcone , figlio di Lucio , (della tribù) Menenia, per la seconda volta duumviro giusdicente, quincjuennale , Menomaco liberto (fece), 37) Segue sulla strada il monumento degli Allei, consistente di un gr-an cippo in travertino, che su due facce tiene scolpita la medesima epigrafe : A J lleio Luccio Libella padre , edile , duumviro , jj/'efetto, quinquennale; ed a Marco Aileio Libel- la figlio; decurione, che visse 17 anni. Il sito del monumento è stato dato dal pubblico Alicia £>eci- -milla , figlia di Marco, pubblica sacerdotessa di Cerere , curò che fosse fatto il sepolcro del ma- rito e del figliuolo, 36-30) Dopo alt)*e tombe d' ignoti personaggi , si perviene al punto in cui la strada devia, intei-- nandosi sotto terreni non ancora ricercati. Qui stan- no i tumoli sannitici , nei quali furono trovati nel 1873 alcuni vasetti dipinti , con monete attribuite comunemente ad una ignota città della Campania (Lrnum) , ed altre sepolture contemporanee o di poco posteriori alla deduzione della colonia romana. 20-16) Vengono appresso alquante bottege pre- cedute da porticato, tra le quali è notevole una fab- brica di stoviglie, coi forni per la loro cottura. 15-10) Una villa, con botteghe sottostanti e con un albergo , aveva due ingressi dalla strada , uno dei quali destinato esclusivamente al passaggio dei carri. Neil' area o giardino, rispondendo alle spal- le della tomba n. 8, essa teneva un sacrario deco- l'ato con quattro colonne a musaico, ora trasferite STRADA DEI SEPOLCRI 33 in Napoli ; nell'alti-o giardino stava un secondo sa- crario dedicato ad Ercole, pi-eceduto dall'altare noi quale sono eflìgiati in rilievo un uomo in atto di sacrilicare un porco , la coppa da bei'c dell' eroe, la sua clava, ed un gallo, 0) Un sedile coverto , non diverso per la de- stinazione benché più ampio di quello dedicato a Gerrinio (n, 1) , faceva parte del sepolcro di un ignoto, ed offriva ai passanti un comodo ed ameno ricovero. 8-1) Splendidi e grandiosi monumenti, fra i quali uno adorno di ghirlande nelle quattro facce, si ti'O- vano più prossimi alla Porta della città, ove s' in- contra pure un sentiero, che rasenta esternamen- te il pomerio. Ivi era situato un sepolcro rinchiu- so da muro, a cui stava addossata una lapide con la leggenda : A Tito Terenzio Felice Maggiore , figlio di Tito, della (tribù) Menenia, edile, a cui fu dato dal pubblico il luogo (della sepoltura), e due mila sersterzi (pei funerali). Fabia Sabina , figlia di Probo, sua moglie (fece fare). 15. Dall' Arco di Caligola alle mura. Tornati in Pompei, e percorso lo stesso cammino uno all' Ai'co trionfale, si passa sotto di questo per entrare in una via popolata di bellissime case, che conduce alle pubbliche mura. Nel principio di essa leggesi a sinistra un programma, relativo alle ele- zione della magistratura edilizia , che fa supporre essere ivi il convenio dei venditori di frutta : P I R M V M i€.D-0-V-F-DIGN VETTIVM EST • POMARI • F AGITE (Vi prego di fare edile Vettio Firnio. Egli n' b degno. 0 venditori di frutta dategli i vostri suffragi). 3 34 dall' arco di calkjoi.a ai,lk mira 14) Vi sta prima una di quelle cappelle viario dette compitali, erroneamente creduta ])ottejxa di harbiere. Vi sono due nicchie per i sinudacri dei Lari e delle divinità sotto la cui tutela era i)Osta la contrada , un piccolo piedistallo da servire per altare, il banco dei sacerdoti , ed una celletta alle spalle. 20) La corpora/iono dei fulloni teneva poco di- scosto un' ofiìcina per la lavatura dei panni. A sini- stra dello ingresso si vede la cella del i>ortinaio , incaricato di ricevere le vesti, e più innanzi il luo- go ove queste si depositavano. Quindi un' area per distendere al sole i drappi lavati , con |)iù stanze all' intorno per le abitazioni dei lavoranti, e per i bisogni dell' oflicina. Vi stava anche un portico, che nel lato orientale teneva una sala destiiiata (orse alle riunioni dei fulloni, col i)avimento di musaico, e i dipinti di Adone ferito e Venere al suo lìanco: Teseo in piedi guardando il Minotauro da lui tru- cidato ; e forse Admeto con altre ligure. L' indicata stanza è situata tra due cubicoli, ed ha innanzi a sé nel porticato una fontana, accosto alla quale so- pra un pilastro sta elligiata la figura del Sarno , in qualità di Penate; sull'altro pilastro erano espres- se le varie occupazioni dei fulloni. Nel porticato occidentale si trovano le vasche ed ì lavatoi ; in quello a settentrione , dentro apposite nicchie, ei'a- no situate le conche di bronzo per pigiare i panni, seguite dalla cella in cui si pressavano, e dall' ar- madio che li conteneva dopo mondati dalle lordure. 22) In una casa, abitata forse da un personag- gio appellato Livio , è notevole il piccolo giardino preceduto da portico, con dipinture di erbe, di tiori, e di animali fantastici , avente nel fondo a guisa di edicola una fontana oi'nata di conchiglie e di musaici , con ti'e maschere marmoree , due delle quali vuote internamente contenevano di notte le lampade, la cui luce spandevasi per gli occhi e i>er le bocche delle larve medesime. 23) Non molto diversa è l' ultima abitazione del- dall' arco di CALIGOLA ALLE MURA 35 V isola , a cui era aggregata una piccola casetta. Meritano attenzione i dipinti di un' ala, che ritrag- gono Amorini e figure muliebri volanti, cui sovi*a- stano altre ligure con strumenti musicali, sporgenti tanzette a sinistra del portico , in una delle quali appariscono svariati Amorini, o in atto di baloccar- i con la clava e la coppa di Krcole , o menando un asino ; nell' altra la toletta di Ermafrodito, ove questi seduto mirasi nello specchio , che gli tiene innanzi un uomo vestito all' orientale, mentre una donna gli orna il petto con un laccio di oro, altra trae da una cassetta un filo di perle, ed un Amore versa da un vaso nella conca l' acqua profumata delle abluzioni. 36 dall'arco di Caligola alle mura 23) La seconda casa è quella (ìeitsi di Apollo ^ posseduta da Aulo Erenuleio. Il tablino o stanza di l'icevimento , che sta di fronte allo ingresso , rin- chiude in mezzo ad architetture fantastiche un qua- dretto con Venere che si mira nello specchio, altro con Adone ferito, e quattro bustini di donne , due dei (fuali rappresentanti Venere con Amore sulla spalla. Il giai'dino contiene una fonte artificiosa- mente composta a guisa di piramide , con scalette per la discesa dell' acqua , circondata da vasi di fiori anche di mai'mo , da erme bicipiti , e da più figurine scolpite. «Sul muro sono ritratti alberi, uccelli, anitre, cigni, un pavone, ed il simulacro di Diana. Più vasto e spazioso giardino s' incontra passan- do un vestibolo, che dà accesso a varie stanze. Esso aveva nel mezzo una fonte circolare , e addossalo alle mura un terrapieno per la coltivazione dei fio- ri. Era inoltre aderente la sala estiva da pranzo ,. coverta da tettoia poggiata a colonne di marmo , di musaici, e di conchiglie ; ed accanto ad essa una bellissima eredì'Ci, o sala di trattenimento, decorata nel di fuori con pitture di paesaggi , di animali e di figure , oltre un quadro in musaico esprimente Achille riconosciuto da Ulisse alla presenza di Dei- damia. L' interno poi di questa sala tiene architet- ture fantastiche, ed offre le immagini di Bacco se- duto sul trono , Apollo assiso , Venere o Diana in simile atteggiamento ; ed intramezzate da porte e da colonne molte altre figure, tra cui Marsia, Pal- lade. Apollo, Olimpo, nonché barbari e donne ri- petutamente efl^igiatì. Drappi e cortine pendendo dall' alto ricoprivano le pareti, fino al cominciare dei dipinti. 2) Sull'altro lato della strada, discendendo dalle pubbliche mura , trovasi una nobilissima abitazio- ne priva di botteghe. Nell'androne vedonsi dipinti Meleagro seduto col cinghiale trafitto a' piedi , ed Atalanta in attitudine di riposo ; a cui fanno riscon- tro, nell'opposto muro, Cerere seduta tenendo la dall'arco di CALIGOLA ALLE MURA 37 Tace, e Mercurio che le porge una borsa. Sta Del- l' atrio un bellissimo impluvio di marmo, con pila- strino pel getto dell' acqua, ed una mensa sostenuta da grifoni , con due incavi di sotto per tenere in fresco i vasi del vino o delle frutta. I cubicoli a destra, ed il tablino fornito di un incavo nella pa- rete settentrionale per 1' armadio delle scrittu- i*e , erano fregiati di bellissimi dipinti ora svaniti 0 trasportati in Napoli. A sinistra dell'atrio incon- trasi un sontuoso peristilio di 24 colonne anch' esso splendidamente dipinto, che circondava il giardino, avente a dritta ima sala di trattenimento o cvedra, ■con altra sala api)ellata eocus corinthius, fornita di colonne nello intei'no per reggere una tribuna, a cui si accedeva dalle spalle della medesima stan- za , in prossimità della cucina. Questa sala , eh' è tutta dipinta di giallo, ed ha dello stesso colore le ligure di un Fauno , che spaventa una Haccante mostrandole un serpe ; e di Teseo seduto che cal- pesta il Minotauro trucidato , ascoltando Arianna in piedi al suo fianco, ei'a adibita nelle solennità , quando trovavano posto sulla tribuna i suonatori, e r altra gente chiamata ad assistervi.; mentre per i conviti oi'dinari usavasi il triclinio, eh' è nel lato settentrionale del portico , ed in cui sono efilgiate le tre dee con Mercurio e Paride in jìiedi, che ri- ceve la galea da Elena in presenza di Ettore. 0) Un solo padrone possedeva tutto il caseggiato che suole appellarsi (lei Dioscuri, per le loro im- magini dipinte nel protiro. Dopo 1' atrio , che ha un vasto impluvio , colonne , e figure nelle pareti vuoisi guardare un cubicolo ornato delle rappre- sentanze di Giunone in trono, di Nettuno in piedi jìoggiato al tridente , di altro divinità muliebri , e di vari giovani e danzatrici ; nonché un oecus con 1 quadri di Narcisso che si specchia nella fonte , contemplato da una Ninfa, e di Endimione visitato dalla Luna. Nella sala di trattenimento, le cui fi- nestre si aprivano nel giardino , vedonsi dipinti Minos , a cui la nutrice Scilla mostra una ciocca 38 dall'arco di Caligola alle mura o e Leandro , l'altro con vari quadretti di uccelli. Le pareti intorno all'atrio sono decorate di pit- ture, che ritraggono vaghissimi candelabri. Amo- rini, e mezze ligure come sporgenti da finestre. Ai lati dell' impluvio e addossati alle pareti stanno due casse di legno rivestite di ferro e di bronzo e rialzate su piedi di bronzo. Sul lato sin. dell'atrio la prima stanza con am- pia porta ha nel sommo delle pareti un fregio con figure decorative. Vi mancano due quadri, che si trovarono distrutti; e vi resta, a fianco della por- ta, Ciparisso caratterizzato dalla cerva trapas- sata da un dardo ; e in un' altra parete , la lotta CASA DEI VETTII 43 di Pane e Amore, presenti Bacco e il suo thyaso. Segue un' apei'tura , che per un corridojo me- nava alla bottega e con una scaletta conduceva al piano superiore. Dopo un cubicolo quasi rozzo . viene 1' ala , decorata a campi gialli , e separata dall' atrio per due gradini. Suir opposto lato dr. dell' atrio si trova prima lo ingresso alla parte rustica dell' abitazione , che è essa stessa una piccola casa con un atriolo cir- condato da cinque stanze e una scala pe' cenacoli superiori; vi è in una parete il domestico sacello col Genio familiare ed i Lari. Una delle cinque stanze serviva per cucina e vi si veggono gli arnesi di bronzo e di ferro , i vasi di terracotta che vi si trovarono. Riuscendo nel- r atrio , si trovano sul medesimo lato dr. , come già nel sin. , un cubiculo e l'ala, che ha una spa- ziosa finestra sul viridai'io. Dall' atrio si passa immediatamente nel peristi- lio per un' ampia porta centrale e due minori ai lati , che sostituiscono il tablino e le fauci. Negli intercolunni vi sono mense e vasche marmoree ; stanno addossate alle colonne piccole basi che so- stengono statuette di marmo e di bronzo per get- ti di acqua , e nelle ajuole si veggono altre deco- razioni in marmo. Sopra uno de' lati del portico ha la sua entrata una stanza, che ha questi tre quadri : Ercole fan- ciullo che strozza i serpenti , Penteo ucciso dalle\ Danaidi, Dirce legata al toro, che fa chiaramente ricordare il celebre gi-uppo del Toro Farnese. Sull'ambulacro settentrionale si schiudono quat- tro porte. La prima mette in una rozza stanza. La seconda ad un oecus grandioso , coverto di grandi riquadri di color cinabro , intramezzati da fasce nere e sovrapposti ad uno zoccolo , su cui ricorre una fascia anche nera con vaghissime rap- presentazioni di Amorini fiorai , vinajuoli, corren- ti in bighe di cervi, di Amorini monetieri, fulloni etc. La terza porta mena ad un appartamento con 44 CASA DEI VETTII giardinetto, forse gineceo: vi si nota una stanza a pareti nere con gli avanzi di un quadro, die rap- presenta Achille riconosciuto da Ulisse in Sciro, ed in un altro quadro si vede Ercole , che scopre Auge , la quale con altre donzelle conduceva una -danza presso il tempio di Athena Tegeate. In fondo a questo lato del portico vi è un oecus, che in una parete laterale ha Dedalo, Pasifae, ed il torello ; nella parete in fondo Giunone condotta da Mercurio a mirare nell' Inferno il castigo d'Ixion; e nella terza parete Arianna dormente trovata da Dionyso. Nei campi fra questi tre quadri vi sono architetture fantastiche e figure volanti; e il podio imita una incrostazione di marmi colorati. 19. Casa di Eudoxo. 6) Neil' isola seguente, eh' è la XIII, di questo rione , vuoisi visitare la casa di Marco Terenzio Eudoxo , per leggervi uno specioso elogio di lui , —graffito in un cubicolo ad occidente del peristilio , dopo percorsa la fauce o corridoio , che mette in comunicazione l' atiùo col giardino : s e m p e r M. T e r e n t i u s E u d o x s u s unus supstenet amicos et te net et tutat supstenet omne modu (È sempre Marco Terenzio Eudoxo il solo , che dà a mangiare ai suoi amici , che li ritiene presso di sé, che li protegge, e che li sostiene in ogni maniera). 20. Casa dei capitelli figurati. 57) Nel lato opposto della strada vi è una casa, che accanto alla porta d'ingresso ha due pilastri con capitelli esprimenti figure bacchiche , e nell' atrio una fontana con vasca marmorea, fatta a guisa di lampada circolare a dieci becchi, tutta ornata di ma- schere e di fogliami. Presso il tablino fu trovata la CASA DEI CAPITELLI FIGURATI 45 cassa di lej^no pel domestico peculio , foderata di bronzo e con bassorilievi i'ai)pi'esentanti la nascita di Bacco : sotto il porticato del giardino sembra che uno spazio fosse destinato ai telai , perchè in un punto si leggono graditi vari nomi di persone appresso al luogo da ciascuna di esse occupato. 21. Casa della Caccia. 48) Sullo stesso lato della via trovasi un' abi- tazione, nel cui atrio sono elllgiate le figure volan- ti dell' Autunno, che ha un serto di frutta e porta un paniere ricolmo di granati ; e dell' Inverno, che reca in mano un vaso, e sull' omero un vincastro, ' da cui pendono tre anitre. Delle molte pitture onda era abbellita questa casa, rimane soltanto a vedersi quella del giardino, in cui è rappresentata una cac- cia in luogo montuoso, cioè un grosso cignale ad- dentato da un cane e ferito dal cacciatore ; un leone che insegue un toro a cui si avventa un leopardo ; un orso rovesciato, ed altro in atto di scagliarsi ; due cacciatori ; una cerva e più daini fuggenti, uno dei quali raggiunto da un leone. A sinistra del giar- dino è la sala di aspetto, co' dipinti di Apollo ed Argo, di Atteone. di Polifemo , e di un uomo col tirso che si allontana da una donna seduta. 22. Isole 13.^ e 14.^ della Eegione VI e Isola 1.^ e 2.^ della Regione V. Nelle quattro isole che trovansi poco più innan- zi a sinistra della medesima strada , il visitatore potrà ossei'vare quanto appresso : a) Nella pi-ima , in cui sta 1' additata casa di Kudoxo, vuoisi vedere nel vico ad occidente quella di Sesto Pomponio Axioco segnata col n. 19 , la quale ha nei cubicoli le pitture di Perseo che libera Andromeda, e di Hyla rapito dalla Ninfe. Accanto alla sua porta furono scritte dai passanti varie epi- grafi, e tra esse un distico, che rivela sempre più •46 ISOLE 13^ E 14' DELLA REGIONE VI il favore incontrato in Pompei dai carmi di Proper- zio (II. 5. 9-10): mine est ira recens, mine est dis c{eclet'e tempus) si dolor afnerit, erede, redibit (c//«o?') (Ora che Vira è calda, ora è tempo di andar via: se il dolore verrà a cessare, credi pure, farà ritorno V amore). Oltrepassata la bottega n. 17, in cui bevevasi vino (della cantina) di Licinio Ireneo, siccome fu letto in varie anfore raccolte nell' attiguo giardino, OINOC AIKINIOY GIPhNAIOC si perviene nel vicolo settentrionale , dove presso un castello aquario vedesi nel marciapiede tutto un sistema di tubulature in piombo, adoperate per la distribuzione delle acque alle case vicine. Quivi fra gli strati superiori del terreno si raccolsero 39 monete di argento, un orecchino, un anello, ed una moneta di oro. b) Neir isola appresso, eh' è la XIV, importante è la casa di Vesonio Primo , segnata col n. 20. Sulla soglia della porta stava lo scheletro di un cane, che legato pel collare non aveva potuto salvarsi , ed ora se ne osserva il corpo formato in gesso nel Museo Pompeiano. Nell'atrio, allato del tablino, un pilastrino di marmo porta il ritratto di Vesonio , che un servo gli aveva fatto scolpire, apponendovi sotto la leggenda : PRLmO • N ANTEROS- ARCAR (Al nostro Primo il cassiere Anterote) Varie località, la cucina, il pozzo, e due uscite minori nella via , stanno sul lato meridionale del- l' atrio; mentre alle spalle del tablino vedesi il giar- ISOLE 1=* E 2* DELLA REGIONE VI 47 dino, con portico di otto colonne, sopra una delle quali è grallita V interrogazione : q u i s amare v e t a t, q u i s e u s t o d i t a ni a n t e(.v) (Chi impedUce di amare? C/n può custodire gli amantiì) Il n. 22 è una fuUonica, posseduta da un tal Tito Babinio Alessandro, che vi teneva pure la sua abita- zione. iS'el sito del giardino stavano le vasche , e iieir ambulacro meridionale del portico , espressa- mente alzato di livello, le conche per pigiare i pan- ni, avendo la parete ornata in alto da un dipinto, che rappresenta una cerimonia religiosa dei fuUoni. Sul lato settentrionale era posto il triclinio, in cui un solo quadro è superstite , con le figure di Giove e di Venere : rimangono però fra i soliti ornati ar- chitettonici due Nereidi sdraiate sopra mostri ma- rini, e Nettuno seduto sopra un Tritone recante un trofeo. L* oflìcina teneva aggregata la bottega che precede (n. 21), nella quale era situato lo stret- toio per pressare i panni. Nella casa di Marco Memmio Auclo , che porta il n. 27, si trovò fra V altro una statuetta marmo- rea di Venere , ornata di collana e di braccialetti di oro , ed un bellissimo idoletto di Arpocrate in argento, con due piccoli ritratti in marmo, l'uno dei preteso Seneca o Fileta, 1' altro di personaggio non bene determinato. La bottega seguente n. 28 esibisce in tre quadret- ti Venere pescatrice, due Satiretti che si baloccano con un grappolo di uva, e Polifemo a cui un Amo- rino reca la lettera di Galatea ; a diritta dello in- gresso sono dipinte le immagini dei numi protet- tori del luogo, Bacco e Mercurio. e) Dall' altro lato della strada sono collocati gli edifizi della prima isola di un rione , che nella ripartizione della città è considerato come il quinto. Ivi di incontro alla bottega testé accennata esiste una casa distinta col n. 18 ; in cui sono da vedere neir atrio, ove si rinvenne un tesoro di suppellet- 48 ISOLE 1=^ E 2^ DELLA REGIONE V tile in argento, ed un finissimo tessuto di oro puro i busti dipinti di varie divinità. Nel giardino sulla parete di prospetto, divisa da colonne sporgenti dal muro , sono ritratti un toro assalito da tigre ; ed un viridaino abbellito con lontana, a cui si dissetano due pavoni poggiati sopra un recinto di canne. Una sala di trattenimento , oecus , assai bene decorata aveva accesso dal portico occidentale ; ed un tri- clinio con due altri oeci ed un' exedra tenevano i loro aditi sotto il portico a settentrione. Neil' e.re- (li'Ci, in cui si raccolse uno strumento musicale di bronzo a guisa di grande siringa, si vedono effigiati: Danae seduta in riva al mare , con l^ei'seo fi'a le braccia; Marte e Venere; Arianna giacente che mira allontanarsi la nave di Teseo. Ii'ra le altre stanze più interne della casa , a cui si addossano talune rustiche località , s' incontra pure un oectts , che contiene cinque quadretti, sotto ciascuno dei quali era scritto un epigramma greco , allusivo al sog- getto rappresentato. Di questi epigrammi restano, frammenti: uno assai mutilo d'ignoto autore, non riferito dall' Antologia , sotto il dipinto della lotta di Amore contro Pane ; 1' altro che contiene la ri- sposta data dai pescatori ad Omero , sotto le loro figure, secondo che narra Esiodo nella vita del poeta, il terzo di Ttveno Ascalonita (II. 27), sotto la rap- presentanza a metà distrutta di un caprone , che rode un tralcio di vite avvolto ad una colonna, ed un uomo a cui un fanciullo adduce altro capro , ghermendolo per le corna e per la coda ; un quarto quasi tutto svanito sotto un idolo di Pane tra figure virili ; ed il quinto scomparso interamente, ma che leggevasi sotto un simulacro di Bacco seduto, con personaggi all' intorno. Merita da ultimo di esser veduta la casa deir«y'- (jentarlo Lucio Cecilio Giocondo (n. 26), diventata ormai celebre per lo straordinario trovamento fat- tovi il 5 luglio 1875, dello archivio del ricco ban- chiere, che ora religiosamente si custodisce in Na- poli, neir officina dei papiri ercolanesi. L' androne,. ISOLE 1* E •?' DELLA REGIONE V 49 che ha nel pavimento di musaico effigiato un cane, mette nell' atrio, ove trovansi un domestico altare avente per fregio un bassorilievo che ritrae parte del Foro, cioè il tempio di Giove e l'Arco vicino scossi dal terremoto dell' anno 63 dell' era volga- re, nonché i sacrifizi fatti a Venere Pompeiana per la espiazione di (piel terribile flagello. Sulle jìareti rimangono un quadretto con Ulisse e Pe- nelope , ed altro eh' espi-ime una scena di tragico argomento. L'arca del peculio era collocata a set- tentrione dell' atrio , fra gli ingressi ai due cubi- coli ; ed ai lati del tablino , che era decorato dal dipinto d'Ifigenia in Tauride, nonché da vari bu- stini di Satiri e di Baccanti , si trovavano due pi- lasti'i di marmo, portanti i ritratti di Gecilio Gio- condo, entrambi con la epigrafe : GENIO • L- NOSTrI FELIX • L Al Genio del nn-tro Lucio, Felice liberto (pose) Da ultimo nel triclinio , eh' era assai ben deco- rato , e mostra dipinto il giudizio di Paride , con r abbandono di Arianna, leggesi sulla parete orien- tale questo distico, tratto de un poeta di cui igno- rasi il nome ; (7?«5)quis a mal valeat pere at qui nescit a mare bis tanto pereat quisquis amare vetat {Chi ama sia felice, malanno a chi non sa amare; (loppiamente perisca colui che impedisce di amare). d) Nell'isola seguente, che é la 2.^ della me- desima Regione V, é notevole 1' abitazione annessa alla bottega angolare n. 1, e che ha il suo proprio ingresso dal 2. ' vano sul vicolo occidentale, a con- tai'e da sud-ovest , (Contiene un oecus o triclinio , 50 ISOLE l'' E 2' DELLA REGIONE V la cui decorazione si fa ammirare per una certa continuità dell' insieme, che di rado si lùscontra. Sventuratamente dei tre dipinti, onde questa stan- za era ornata , solo quello sulla parete orientale è perfettamente conservato. A sinistra siede sopra un sedile di pietra munito di basso dorsale , Nar- cisso in forme del tutto femminili. Dal volto e dairatteggiainento traspare quel!' aria di profonda mestizia, caratteristica nelle immagini di Narcisso. Dietro alla sua coscia sinistra sporge la figura di un Amore , che si appoggia al brac- cio di lui. Ai piedi del giovine scorre la fonte , nella quale si vede riflessa la sua immagine, e ap- piè del sedile, a sinistra evvi un altro Amore a ca- vallo del cane, che guarda in alto verso Narcisso. A dritta sdrajata sul suolo e rivolta col dorso allo spettatore , giace una Ninfa , che appoggiandosi col gomito destro ad un sasso , rivolge lo sguardo e protende la sinistra verso il giovine. Su questo stesso lato , ma in alto , vedonsi due altre Ninfe sedute sopra una rupe. E senza dubbio la più ricca composizione, che del mito di Narcisso sia tornata finora a luce. Degli altri due dipinti non restano che frammenti , dai quali però ci è dato di argo- mentarne il soggetto. In quello sulla parete meri- dionale era rappresentata Arianna addormentata , e neir altro sul muro occidentale vedevasi il furio- so Licurgo , che vibra la scure contro le seguaci di Bacco. Nei riquadri laterali ai menzionati dipin- ti sono Amorini e Psichi volanti, con varj atti'ibuti. Nel fregio a fondo bianco , sulla parete orientale, evvi nella riquadratura del centro un giovane sa- tiro ; e sulla parete meridionale una donna in piedi, con flabello nella sinistra, ai lati della quale si ve dono ,~ciascuna in una propria riquadratura ; due figure ornamentali. Nella casa n. 10 , sulla parete orientale del ta- blìno, vi è dipinta la seguente rappresentanza. Sie- de a sinistra, sur una specie di trono con spallie- ra, Fedra ; più verso il centro sta in piedi la nu- ISOLE 1* E 2' DELLA REGIONE Y 51 li'ice, che rivolgendo lo sguardo a Fedra, si ap- pressa ad Ippolito per porgergli il djtUco, che ella tiene nella sinistra. Il giovine eroe^ che è in pie- di verso destra , energicamente eleva la dritta in atto di l'itiuto. Accanto a lui è il cavallo, i cui IVeni son tenuti da un giovine compagno dell'eroe. Nel- lo sfondo presso Fedi'a il solito pilastro verde sor- montato da un'urna gialla, e dietro ad esso T al- J)ei'o sacro. La esecuzione n' è appena mediocre . ìhì assai monotona cosi nel disegno come nei co- lori : tuttavia il dipinto non è senza impoi'tan- za per la seguente iscrizione , gratlita in lettere capillari e quasi invisibili sotto ]a figura della nu- trice: NON UGO SOCIA È evidentemente una reminiscenza della epistola Ovidiana di Fedra ad Ippolito {Ilcroid. Epist. IV, 17): non ego nequitia socialia foedera rurnpani ( Non io per malvagità romperò il patto coniu- gale ). Reg. IX, Isole 4.^—7.^ Passando dall' altro lato della strada , per non obbligare il visitatore a ritornare sui proprj pas- si , seguiremo 1' ordine inverso della numerazio- ne delle isole della Reg. IX , cominciando dal- l' Is. 7.» a) In questa è notevole nel vicolo occidentale un verone, che è stato salvato in parte, e al qua- le si saliva per una scaletta situata nell'atriolo di una piccola e povera abitazione con 1' ingresso dal 6.^ vano , a contare dall' angolo nord-ovest. Nella parete destra dell' androne di questa stessa caset- ta leggevasi la seguente graziosa epigi'afe graf- fila , ciie ora si conserva nel Museo Nazionale di Napoli: 52 ISOLE 4^ A 7^ DELLA REGIONE IX OVTINAM-LlCEAT COLLO COMPLEXa TeNERE-BRACIOLA-ET-TENERIS- OSCVLA-FERRE-LAEELIS-I NVNC-VENTIS-TVA-GAVDIA PVPVLA-CrEDE crede'mihi-levis-est- nat vr'^ virorvm-saepe-ego-cv media vii_ilare-perdita-nocte-haec-mecvm-meditas-iwvLtos FVRTVNA-QVOS SVPSTVLIT ALTE-HOS-MODO-PROIeCTOS SVBITO PRAEC1PITESQVE PRE1VV1T-SIC-VENVS-VT-SVB1T0-C01VNX1T CORPORA-AMANTVM.DIVIDIT-LVX ET SE PARIES-Q_yiD AMA Vorrebbero essere esametri, ma appena qualcuno ve ne ha ben fatto. Nelle linee 4-(3 vi è il tenta- tivo di un distico , peraltro non riuscito. In ogni modo nella trascrizione seguiremo il ritmo , non potendo seguire sempre il metro: 0 utinam liceat collo completa tenere brac(h)iola, et tener is oscula ferre laìjel{l)is. i nunc, ventis tua gaucUa, jyupula, crede; crede mihi, lerls est natura viroru7n. saepe ego cu{m) inedia vigilare{m) perdita nocte, liaec raecum rneditas: multos fortuna quos supstulit alte, Jios modo lìroiectos subito praecipitesque lOì^emit. Sic Venus ut subito co{n)iunxit corpora amantum, dividit lux et (Facciano gli dèi che io possa tenere le piccole braccia intrecciate al collo , e di portar baci ai teneri labbruzzi. Va ora , o fanciulla , affida i tuoi piaceìH al vento ; credimi , è leggiera V in- dole degli nomini. Spesso vegliando io dispera- ta a mezzanotte, tu mediti meco queste cose : molti, cui la fortuna innalzò, di repente caduti ora li conculca. Così come Venere congiunse gli amanti, la luce li separa e j. ISOLE 4' A l-' DELLA REGIONE IX 53 b) Neil' Isola 0.'' merita di esser visitata una grande e per parecclii rispetti importante abita- zione, la quale scoperta negli anni 1870 e 1880 si suole chiamare casa del centenario dagli scavi , che vi si eseguirono nel 1870 pei* la solenne com- memorazione del seijpellimento delle città campa- no, ovvoi'O anche casa del Fauno ubbriaco da una J)ellissinia statuetta in bronzo ivi appunto rinve- nuta. Essa risale essenzialmente al tempo romano, e vei-isimilmente anche al tempo repubblicano : la sua decorazione murale è di due diverse epoche ; la più antica è probabilmente contemporanea alla costruzione della casa , e , secondo la testimonian- za di una iscrizione gradita, che riporterò più sotto, è anteriore all' anno 15 d. Cr.; appartiene al cosi tletto siile dei candelabri, che è una marniera af- line al terzo stile di decorazione murale, e venne in seguito sostituita da altra , che rivela lo stile «>I.i: 'i' A 7' DELLA REGIONE IX 57 rauco , pei- la «luale si entra in due località adibi- te pi'obaljilniente per deposito di mercanzie. Nella estremità orientale poi del medesimo lato meridio- nale trovasi uno spazioso triclinio estivo; e in quel- la occidentale \\n altro cu])ieolo preceduto dsL p/-o- coeton. Alle spalle della grande e.vedra è un alti'O giar- dino più piccolo , i-eso i)iù angusto da un passag- gio copei-to lungo le pareli occidentale e di londo, pel (juale si perveniva in un complesso di località, destinate senza dubbio anch' esse ad uso di ai)ot- liecae. Il giardino è decorato di una graziosa lon- tana di musaico, consistente in una nicchia, da cui r acijua scatuiiva precipitando per una scaletta di marmo bianco in una piscina cavata nel suolo e dii)inta internamente di blcH. Una piccola statuet- ta mai-morea di un eianafrodito, rinvenuta nei pres- si, stava verisimilmente .nella nicchia, e faceva ri- scojitro con la bella statuetta del satiro in bronzo, che adornava la piscina del pei'istilio. Intei-essante è la rappresentanza di un acquai-io o vivajo di pe- sci, che decora quasi coma un fregio- il sommo del- le jìireti esterne del passaggio coperto : vi si ve- dono pesci d' ogni specie, molluschi, ariguste e pol- pi, per lo più in lotta fra loro. c; Neir Isola 5.% nella casa segnata col n. 11 tornò a luce una graziosa iscrizione in versi sena- rj, gradita sull' anta dritta del tablino, dalla parte jìorò del peristilio : venne distaccata e trasportata nel Museo di Napoli. Noi qui la riportiamo, con la soppi'essione di alcune parole in principio della ter- za linea , la quale d' altra parte non fu neanche concepita metricamente : Amoì'is ignes si sentires, multo, Magi pi-op-srares ut videres Venerem. rogo, punge, iamus I BibisU; iuiiius! prende lora et ecrute, Ponipeios defer, uhi dulcis est amor Meus 58 ISOLE 4'"' A 7^ DELLA REGIONE IX (Se tu sentissi , o mulattiere , il fuoco d' amore , maggiormente ti affretteresti per veder Venere 'l'i prego, sferza, andiamo ! Hai bevuto ; andiamoi Prendi le redini e squassa ; portami a Pompei, ove è il mio dolce amore ). d) L'Isola 4/'^ contiene un grande stabilimento termale, disterrato nell' anno 1877 ; esso non solo è molto più recente così dei bagni del Foro sopra descritti, come delle terme dette Stabiane , di cui daremo più innanzi la descrizione , ma al tempo del seppellimento della città trovavasi ancora in costruzione e ben lontano dall' esser compiuto. Per tal ragione ci asteniamo dal guidarvi il curioso, che poti'à assai meglio essere ragguagliato su i bagni degli antichi, visitando le altre due terme ora men- zionate. Vogliamo solo notare che alle note locali- tà del fi'igidarium , del tepidariiini e del caUla- t'iuin questa terma ne aggiunge una quai'ta , cioè una stanza circolare , ampliata da quatti'o nicchie semicircolari {scholae), coperta di volta piana, con pavimento sospeso e pareti vuote , come appunto nel tepidario é nel caldario, con cui era in comu- nicazione. Una siffatta stufa era chiamata Inconl- viim dagli antichi, ed era particolarmente frequen- tata da quelli, che non volevano prendere il bagno caldo, ma semplicemente sudare. ir. Ritornati nel quadrivio, ove è la fontana con l'im- magine del Sileno sull' otre, vedesi a mezzodì una via che discende alla Porta Stabiana, a sinistra del- la quale stanno alquante botteghe , e poco più in- nanzi a destra un vicolo , che porta 1' indicazione di via prima. In questo sarà bene di visitare le se- guenti abitazioni. 1. Casa di Marco Gavio. 16) La prima , che accanto alla porta tiene CASA DI MARCO GAVIO TM) ^n'aflito con lo stilo M • CAVI DOMVS, iiiosii-a iiel- r andruiiG la cella del portinaio, e la spadei-ia con i resti della mangiatoia, nonché la bocca della ci- sterna donde attinyevasi 1' acqna pei* abbeverare gli animali. Manca il tablino , ed in sna vece una spaziosa porta immette nel giardino, ove tengono pure r uscita il triclinio ed una stanza di tratte- nimento, la ([uale ha nelle pareti alcuni spazi vuo- ti per contenere quadretti, di cui uno soltanto ve- dasi già dipinto con la figura di Giove, che guar- da Danae in atto di sciogliersi la veste, per j'iceve- re in seno la pioggia d" oro. Sette scheleti-i umani iui'ono trovati in questo luogo, ed uno bocconi in atto di supremo sforzo, per emettere il respiro sof- focato dalle esalazioni delle ceneri vesuviane, il cor- 1)0 del quale fu ricavato col gesso dalla impronta che aveva lasciata nella terra. TI portico, che cir- cuisce il giardino , mostra a dritta uno spazio bi- partito per due armadi di legno, ed un incavo nel muro senza porta, a guisa di sacrario, presso cui si raccolsero più statuette in bronzo di varie divi- nità, ed uno sgabello con ornamenti di metallo ed intarsiature di argento. Neil' ambulacro a sinistra vi è fra le altre stanze quella dei conviti, ove può vedersi un importante dipinto ritraente Bacco, con tace in mano , seguito da una Baccante , che per salvarsi dall' ira di Licurgo corre a ricoverarsi in seno a Teti, la (juale emergendo dal mare gli ten- de amorevolmente le braccia ; come pure una don- na coronata di foglie caduta in ginocchio, che im- plora pietà da un uomo , mentre due Amorini la discoprono del velo in cui si tiene ravvolta. 2. Casa di Caio Vibio. 18) La seconda casa del vicolo fu abitata da Caio Vibio Italo , il quale la facea ricostruire al- lorché venne sepolta. Neil' atrio s' incontrano due cubicoli, e nel pi'imo di essi le tracce del letto, su cui dormiva una donna appellata TertuUa , come 60 CASA DI- CAIO VIBIO si ha dal suo nome scritto ripetutamente sul mui-o di fronte alla porta , ed una volta con augurio di riposo: TertuUa quiesce {Riposa tranquilla- mente, o Tertulia). Il portico formato da diciotto colonne e pilastri, rinchiude il giardino con la i)i- scina ed il pozzo , e tiene in un estremo 1' edicola dei Penati , con attiguo incavo servito per conte- nere un mobile. 3. Casa di Popidio Prisco. 20) Sappiamo che questa casa fu ricercata dopo r eruzione vesuviana, e probabilmente verso il tem- po degli Antonini, leggendovi presso il limitare del- la porta graflìto con un chiodo: {casa sbucata) AOYMMOC nePTOYCA Essa appartenne a Numerio Popidio Prisco , di cui esistono vari ricordi epigrafici. Nel corridoio , che riunisce il giardino all' atrio , è scritta quel- l'apostrofe lasciva ricordata da Giovenale (vi. 195); e sotto il portico orientale vi sta la discesa ad uji sotterraneo, ove oltre un JDOzzo con acqua tuttora •sorgiva, evvi un larario con la nicchia in cui è di- pinto il Genio familiare, ed altra nicchia con i Pe- nati , stando al di sopra di entrambe un pavone : di lato sono elligiati i serpi, ed innanzi alle nicchie è collocata un'ara di fabbrica, sulla quale furono raccolti gli avanzi delle offerte. Una porta , nel- r ambulacro occidentale , metteva in comunicazio- ne questa casa con altra più piccola posta al suo fianco , la cui uscita è nel vicolo indicato col no- me di via secunda. 44) Quivi andando verso oriente trovasi a si- Jiistra una taverna, in cui si vendeva il vino. 01 4. Casa dell' orso. 45) Appresso sta una casetta, che nel pavimenta del protiro tiene in musaico bianco e nero un oi'- so, il quale stringe fra le zampe il dardo ond' è fe- rito, per distruggerlo coi denti, e sopra di esso il saluto HAVE, Sulle pareti di questo androne sono espressi un busto di Satiro accoppiato ad una Nin- la, e tre figure di donne in diversi atteggiamenti. A destra dell' atrio vedesi una stanza di tratteni- mento decorata da due quadretti , uno con Danae seduta in riva al mare, che stringe al petto il bam- binello Perseo involto nelle fasce, l'altro esprì- mente Narcisso, che sdraiato su di un sasso si spec- chia neir onda. Ed in fondo all' atrio stesso sono situati , prima il tablino , poi un piccolo giardino , nel quale sorge una bellissima fontana rivestita di conchiglie e di musaici, con cui sono rappresentate le figure di Nettuno in piedi poggiato al tridente; Venere sdraiata nella conchiglia col velo inarcato sul capo; un Amorino che porta un' insegna mili- tare; altro che reca un ramo di palma ; due teste di Medusa ; e più pesci ed anitre nuotanti in uno stagno. Il caseggiato di faccia contiene di notevole: 41-42) La bottega del calzolaio Marco Nonio Campano , soldato della nona coorte pretoria , il (piale servivasi della celletta rustica adiacente per tenervi depositati icuoi necessari alla sua industria. 5. Casa di Marco Cesio Blando. 40; La casa di Cesio Blando, centurione nella stessa coorte, il cui androne ha pavimento di mu- saico, ed esibisce un timone di nave su cui poggia una pica, aggruppato al tridente, a due delfìni, e ad un cavallo marino. Neil' atrio sono ritratti i busti d' Ippolito e di Fedra, 1' uno accennando a diniego, 1' altra in al- 62 CASA DI MARCO CESIO BLANDO teggiamento di dolore ; e vi sta a sinistra , presso
  • ena la tazza, che un Amorino si sforza di prendergli, mentre altri su di un'ara e da un albero vicino si baloccano colle sue armi: appariscono nell' alto del dipinto Onfale e Bacco co' loro seguaci. Sulla parete a sinistra sta Nettuno seduto, con Apollo in piedi innanzi a lui, assistendo alla edificazione delle mura di Troia. Ed in quella dirimpetto scorgesi Vulcano co' Ciclopi, che mostra a Teti le armi di Achille: ornano pure queste pa- reti un ricchissimo fregio, eie figure isolate delle Muse, di Apollo, e di Marte. Nel triclinio, donde furono tolti due quadretti, uno con Enea ferito cu- rato da laspi e soccorso da Venere, 1' altro con la rappresentanza di Lavinia e di Turno, se ne man- tiene un tei'zo esprimente Ermafrodito, nel solito atteggiamento della toletta , fra varie donne che lo addobbano. Questo secondo ingresso della casa di Sirico non era però fra 1 più rispettabili. Esso teneva accosto (n. 44-45) il meschino albergo di Sittio all' insegna dell' elefante, che offriva ai suoi avventori alcuno CASA DI SIRICO 65 povere stanzucco, così annunziate in un avviso tut- tora visibile : HOSPlTiVM • HIC • LOCATVR TRICLINIVM -CVM TRIBVS -LECTIS UT-COMM {Albci'fjo. Qui si /ittc 11,1 IricliiUo coti l/'C letti e coìmnodi): di iVonte a questo un lupanare (n. 18); e'verso il lato di, mezzodì , prospiciente la casa . una vasta osteria con allato una cella merctricia (n. 12). Laonde nel muro esterno dell edifìzio incontro alla sua abitazione , Sirico aveva fatto dipingere , come Gen.i del luogo, un serpe maschio ed altro femmina, avvicinantisi all'ara, onusta di frutti di l)ino e di uova; e per discacciarne gli accattoni o i vagabondi, vi aveva fatto scrivere sopra in bian- che lettere : OTIOSIS -LOCUS HIC -NON EST DISCEDE MORATOR Non è questo il luogo rìcffli oziosi: tu die ti fer~ mi, va oltre). 9. Terme. Il vicolo andando verso mezzodì riesce in un'am- pia strada , che discende dal Foro ed è chiamata dell' AbbOìif/rnizc , dal busto di cpiesta deità scol- pito nel cippo della fontana, la quale sta sul prin- cipio della via, nelT angolo del primo caseggiato. Fra le molte e ricche case che vi tenevano i loro- aditi , si trova anche V entrata di una grandiosa Terma, di cui il cennato vicolo rasenta il lato oc- cidentale. Costruita innanzi 1" arrivo dei Romani, e fornita di orologio solare dal questore Mario Atinio , che- 66 TERME vi aveva iinpi(\^ta nel soggetto rappresentato, che è una parodia del famoso giudizio di Salomone. Se da un lato si jtensi alla diffusione dei giudei e delle loro tradi- zioni al tempo dell' imi)ero, e al disprezzo nel quale i Romani tenevano il giudaismo, e si consideri dal- l'altro che la casa, in cui si rinvenne il dipinto, era probabilmente abitata da un Alessandrino , e che agii Alessandrini appunto erano assai familia- ri le tradizioni e leggende giudaiche, non farà nes- suna meraviglia la pi'esenza di un soggetto sififatto in Pompei. 11. Casa di Epidio Rufo. Dalla strada procedendo poi verso oriente , ol- trepassato il cardine , eh' è la via per cui si di- scende alla Porta Stabiana , si trova il prosegui- mento del decumano minore^ con case e botteghe ili ragguardevoli pei'sonaggi. 70 CASA DI EPIDIO RUFO 20) La prima a sinistra , che sollevasi dalla strada per un rialto difeso da balconata , fu di Marco Epidio Rufo, ed ha di notevole il portico di sedici colonne costruito nell' atrio, dove ti'ovasi anche un sacello dedicato al Genio del padrone- delia casa ed ai domestici Lari; nonché il triclinio che sta a destra del tablino , e che, oltre a varie figure di Muse, contiene le immagini di Apollo col plettro e la lira , di Marsia suonante le tibie con Olimpo che lo ascolta meravigliato , e di Venere ed Espero. L'orto che serba tracce dell'antica coltivazi.one, era preceduto da un ambulacro coverto , dove da un capo aveva ingresso la cucina , dall' altro la cella dell' ortolano , mentre nel fondo un pezzo di terra, posto in un livello superiore, sembra desti- nato ai fiori, tenendo luogo di giardino. 12. Casa di Epidio Sabino. 22) Irregolare nella disposizione delle sue par- ti, ma assai vasta, perchè contiene due case riu- nite tra loro , era 1' abitazione che segue , il cui padrone , fratello foi'se di Epidio Rufo , fu candi- dato al duumvirato giusdicente sulla raccomanda- zione di Svedio Clemente , a cui avevano espres- so questo desiderio tutti gli abitanti della con- trada. L' atrio privo di stanze nel lato occidentale, tie- ne a destra un oecus, un cubicolo, ed il triclinio: di fronte il tablino, in cui vedesi dipinto Ermafi-o- dito tirando la barba a Sileno ; e più indietro il giardino , che dai suoi portici , mercè scalette in- terposte, apriva l'adito ad altre stanze. Fra queste^ è un conclave , sulle cui mura appariscono Tela- mone che libera Esione , e Fedra in atto di sco- prirsi , mentre la nutrice rattiene Ippolito che si allontana. Havvi pure un' eocedra, ove ammirava- si una bellissima rappresentazione di Diana nuda e accoccolata, scorta da \tteone, il quale è assali- CASA DI EPIDIO SAHINO 71 to da un cane: nonché un secondo quadro, in cui vedevansi riuniti Orfeo, Ercole, e le Muse. La seconda abitazione unita a (luesta, teneva nel piantei'i-eno alcune stanze rustiche , ed anche un giardino recinto da poi-tici, con un cubiculo, in cui è i-itratto un letto tricliniare con più figure, e tra le altre quella di una donna , spinta dalle spalle verso il letto da un uomo. E (pii non è da omettere che nella modesta ca- setta n. 2(), la quale trovasi poco appi'esso, fu trac- ciata con un chiodo sulla parete meridionale del triclinio r epigrafe Sodoma \ Gomora, Y unica si- nora rinvenuta, che si rannodi a tradizioni giu- daiche. 13. Anfl/eatro. In fondo della medesima strada sta una salita , che conduce al piano della campagna, ove lontano ancora 400 metri dai monumenti scoperti è situa- to r Antiteatro. La sua edidcazione, cominciata dai primordi del- la colonia di Sulla, contemporaneamente al Teatro coperto, durava ancora pochi anni prima dell'era volgare, quando taluni magistrati spesero per que- sto monumento tutte le somme, che avrebbero dovuto erogare in spettacoli e luminarie, da offrir- si al popolo per rimunerazione delle ottenute ma- gistrature. Esso era capace di poco più che 12800 spettatori. La poi'ta principale dell' edilìzio è volta a set- tentrione , e da essa si discende nell' arena, per- cori'cndo un androne , che in principio ha due nicchie , già difese da cancelli di ferro , nelle ([uali erano collocati i simulacri di (]aio Cuspio i*ansa padre e Caio (>uspio Pausa figlio , siccome leggesi nelle sottoposte epigrafi. Questo androne, lastricato di pietra vesuviana , tiene in terra ])iù fori, in cui s'immettevano i sostegni della balau- stra di legno , destinata a lasciar libero il passag- 72 ANFITEATRO iiio per la gente addetta al servizio dei giuochi , o termina con Io ingresso a due vomitori , che •stanno al di sotto delle prime gradazioni, 1' uno a sinistra che costeggia il lato orientale dell' arena, U altro che gira ad occidente , e riesce alla porta meridionale dell' edifìzio. Essi schiudevano il varco a molte scalette , che davano accesso alle grada- zioni , e tenevano le pareti ricoperte di epigrafi ilipinte 0 gradite, che ora il tempo ha quasi total- mente distrutte. Tutta la gradazione , lievemente inclinata dalle <;attedre all'arena, è divisa in tre cavee, e inpar- tita in venti cunei , terminando nel basso in un l)odio che recinge 1' arena , e porta in corrispon- ^i l'abi- tazione di Lucio Popidio Secondo, conosciuta sotto il nome di casa fi ci citai'ista. Fra le cose notevo- li che rinchiude è un grazioso giardino cinto da lìortico, contenente una vasca semicircolare di mar- mo, sulla (puUe stavano situati quei getti di acqua a figura di animali, che si ammii'ano tra i bronzi del Museo di Napoli. Questo giardino altro ne ave- va di lato , assai più vasto e adorno di pregevoli diiìinti, nonché di quella statua arcaistica di bron- zeo (ìgurante Apollo citaredo , da cui la casa tolse j)rima il suo nome. Molte sontuose stanze avevano ingresso dai poi-ticati , ed in pai'ticolare un' exe- (ìi-d , in cui era efligiato Paride che, ascolta Mer- cui-io , il quale ha condotte innanzi a lui le tre dee ; ed un occus con le ra[>presentanze di Creso tiadotto prigioniero innanzi a Ciro, che si consi- glia con Arpago, e di Leda meravigliata nel vede- re il cigno che 1' attira a sé per le vesti. Nel lato settentrionale di ([uesto medesimo giardino ovvi una scaletta , per cui si ascende a un terzo viridario , pur esso abbellito di portici, con piìi stanze in giro, tra le quali è un tiiclinio con Adone ferito : ma <>sse appaj tengono in origine ad altra casa diver- sa da questa , che vi fu aggiunta più tardi, e che (M-a costituita del pari dall' atrio , dal tablino , dai cul)icoli, dalle ali. e da altre celle minori , con la 74 CASA DI POl'IDIO cucina ed una scala per menare agli appartamen- ti sovrapposti. Vuoisi ricordare come tra le innumerevoli sup- pellettili raccolte in questo edifìcio, vi fossero due ritraiti in bronzo di personaggi della famiglia dei Popidi, uno dei quali muliebre ripetuto in marmo; e che dall' ammezzato superiore alla scuderia, ap- partenente alla prima delle due case , rotolarono in basso i due insigni busti marmorei di Pompea e di Bruto , che ora sono in Napoli nella collezio- ne delle statue. 2. Edifìzi dell' isola seconda. 6) In questa casa il giardino aveva nel mezzo una i)iscina nascosta tra le piante, e le pareti del poi'tico divise in riquadrature mercè candelabri a color di oro , le quali contenevano quadretti con maschere sceniche e paesaggi , nonché varie ejji- gratì graffite o dipinte, tra cui è notevole questa,, segnata sul muro ad occidente : XV k nov puteolana peperit mascl III femel I (Ai quinfUci deMe calende di iiorcmhrc (18 ott.) la puteolana partorì tre niaschi ed una fem- mina). 3) Neil' abitazione seguente , di cui uno dei cu- bicoli ha un quadretto con Polifemo abbracciato a Galatea , vedesi nel triclinio un grande masso di lava vesuviana , dell' età preistorica , stare addos- sato al muro , della stanza , e prolungarsi sotto h^ fondazioni delle camere attigue. Svolto il canto dell' isola, si entra nel vicolo che porta la indicazione di via tertia; ove potrà os- servarsi al n. 24 una caupona , avente nell' atrio un dipinto larario, che ha la particolarità della (i- gura di un lupo, il quale correndo mette fuori dal KDIl-IZI DELI. ISULA SECONDA /•) ooi'po un uomo, con le braccia aperte in atto dì spavento. Un ti'iclinio scoperto stava nel giai'dino : ed un altro con i cubicoli , varie celle, la dispen- sa, e la cucina si trovavano più nello interno del fabbricato , dove possono osservarsi altresì un' aU ti*a spaziosa sala da pranzo, ed un grandioso dor- mitorio. Un avventore disfogò il suo malcontento contro- il padrone della caupona, il (juale non forniva vino puro , con la seguente epigi-afe , che leggesi graf- fìta sur una colonna del giardino : Talia te fallant utinam me(n)dacia, copo : Tu ve(n)des acuamet bibes ipse merum. (Facciano gli dei che tali inganni /'icadano su di te, 0 oste : tu vendi V acqua e ti bevi il vin puro). 3. Conceria di pelli. Nello stesso vicolo, di fronte alla menzionata cau- pona ; esiste un edilizio destinato alla conciatura delle pelli. 2) Oltrepassate le stanze che precedevano il sito del lavoro , s' inconti-a una grande area con por- tici , ed a sinistra di essa un adito che introduce in due celle, da una delle quali si accede in altra area l'inchiudente quindici ampie e profonde va- sche, intramezzate da canali, da incavi rivestiti di tavole, e da anfore rotte a metà, destinate a con- tenere le materie occorrenti alla macerazione del- le pelli. Nel portico fanno seguito ad un domestico alta- re sci piccoli compresi spartiti da muretti, i quali tengono nel fondo un canale sboccante in grandi vasi di terracotta, e di seguito ad essi il banco di pietra per distendere e raschiare i cuoi. Dall' al- tro lato stanno la cucina e la latrina, in prossimi- tà di una mensa tricliniare co' suoi letti, sulla qua- 76 CONCERIA DI PELLI lo si trovò incastrato il musaico del teschio umano ora nel Museo di Napoli. Non molto discosto è una l^opta , dalla quale discendevasi in uno spiazzo as- >;ai vasto , risultato da demolizioni di più antichi cdifizi. 4. Albergo di Erra3te. 8) Sulla via principale trovasi più innanzi un al- bergo , che ha il marciapiede interrotto e lastri- ■cato di selci , per dare accesso agli animali. Nel primo compreso , ove staimo il focolare per cuo- -cer le vivande, ed un fornello per le pozioni cal- de , vedesi graflita sull' intonaco una testa virile laureata , che ricorda tanto quella di Vespasiano , ^la non far dubitare dello intendimento avuto da <:olui che 1' ebbe tracciata con lo stilo. Dopo il se- condo compreso esiste un cortile scoperto, con la ,scala pei dormitori sai)eriori , la latrina , le stal- le , altre celle , il pozzo , e V abbeveratoio per gli •animali. 5. Porta Stabiana. Si perviene da ultimo alla Poi'ta, che sotto V an- ■a seconda cavea è spartita in cinque cunei (la sei scalette , e tiene nella sommità i vomitoci , che sboccano in un breve ambulaci-o , donde per (lue gradinate si discende in un sentiero proceden- te dalla strada. Il pavimento dell' orchestra, tutto (li lìnissimi marmi colorati, era stato fatto a spese del duumviro Marco Oculazio Vero , e ne portava il nome scritto in terra con lettere di bronzo : ma involate alcune di queste, vennero per errore sosti- tuite da altre, formanti il nome HOLCONIVS, che oggi vi si trova. 8. Teatro maggiore. 20) Lo stesso sentiero che apriva 1' adito al Teatro coperto , conduceva a questo eh' era sco- perto, e di maggiori proporzioni. Ricostruito ai tem- pi di Augusto dall' architetto Marco Artoi-io Pri- ma , co' denari forniti dai fratelli Olconii , Marco Rufo e Marco Celere, esso era diviso in tre cavee •e cinque cunei , oltre due tribune con gradinate 80 TEATRO MAGGIOKE alle spalle, tenendo 29 gradini , e sei scalette clie montavano fino ai vomitorì. Sul primo gradino del- la seconda cavea, nel centro dell' emiciclo, sembra che esistesse un bisellio destinato al padre dei due Olconii, poiché vi si legge in lettere incavate, già riempiute di br*onzo : M-HOLCO. -NIO-V-F- yVFO II • • V • I -D'.'QyiNQyiENS ITER-QVINQ_TRIB.IV1IL • A • P FLAMINI- AVG-PATR-COLO-D-D (A Marco Olconio Rufo, figlio fH Viln'o , cinque roltc duumviro giusdicente, e (h'c di esse quin- quennale , tribuno dei soldati eletto dal popo- lo, flamine di Augusto, protettore della colo- nia, per decreto dei decurioni). Vi stanno cinque fori, per contenere i piedi del- l' onorifico seggio, con V annessa predella. Vedesi nel mezzo dell' orchestra il sito della pic- cola ara pe' sacrifizi , ed innanzi al pulpito la ri- partizione dello spazio destinato al sijjario ; trova- si inoltre dietro la scena, sulla quale è assai pro- babile che fossero collocate le statue dei due fra- telli Olconii, la grande sala adibita per gli appre- stamenti degli spettacoli. 9. Tempio di Esculapio e d'Igia. 25) L" ultimo edifizio dell' isola è un tempiet- to di arcaico stile, che ha 1' ara pi-esso il comin- ciamento della scala per cui si saliva alla cella : nella quale, sopra il basamento, furono trovate h^ statue in terracotta di F^sculapio e d" Igia , e di mezzo ad esse un busto di Minerva medica , pari- mente in argilla. 81 10. Tempio d' Iside. 28) Entrando nel vicolo a sinistra, si ti'ova un piccolo tempio sacro ad Iside, che distrutto dal ter- remoto , iu da Numerio Popidio Ampliato rifatto dalle fondamenta , in nome e col denaro apparte- nente a suo figlio Popidio Celsino ; il (piale , per questa sua liberalità , venne dai decurioni ascritto al loro ordine , benché avesse allora 1' età di soli .sei anni. Queste cose rivela l' iscrizione posta sul- la porta del tem])io , e che trasportata nel Museo di Napoli è qui ripetuta in un moderno osemplai'e. L'area sacra o peribolo era circoscritta da \\\\ portico, che accogliendo negli intercolunni più al- tari per particolari sacrifizi , aveva le pareti or- nate con le immagini delle egizie deità, e per co- ronamento un gra fregio di bellissime grottesche. Vi stanno pure , nell' ambulacro occidentale , una statuetta d' Iside postavi da Lucio Cecilie Febo , ed un' erma di Caio Norbano Sorice, simile a quel- la allogata nel portico della Concordia ; mentre poi ai Iati della porta d' ingresso eranvi due fonti lu- strali, oltre un cippo di marmo, destinato forse a sostenere la cassetta del denaro offerto alla dea. Nella cella, sufi' alto basamento che vi si vede , era situata la statua d' Iside , avente la testa , le mani ed i piedi di marmo , il corpo di legno , le vGstimenta di drappo ; e sotto del basamento , in due repositorii stavano serbate le cose sacre e gli addobbamenti del simulacro. Alle spalle della cella in una nicchia costeggiata da due orecchie umane di stucco in rilievo, fu trovata una statuetta mar- morea di Bacco, donata dal padre di Celsino. Nel peribolo sono varie cose notevoli. A desti'a è lo spiraglio delle favissae per i depositi sotter- l'anei del tempio, ora riempiuti dall' acqua del Sar- no, dalle quali si estrassero gli avanzi delle ofier- te bruciate ne' saci-ilizi. A sinistra , preceduta da una grande ara per le ostie cruente, è situata una 6 82 TEMPIO d' ISIDE edicola decorata esternamente di stucchi, che tie- ne nello interno una gradinata per cui si discen- de in angusto sotterraneo, ove sembra che s'ispe- zionassero dai sacerdoti, per la divinazione, le vi- scere degli animali immolati ; ed accanto alla sca- la della cella evvi un pilastrino , cui stava addos- sata una lastra di pietra trasportata dall' Egitto , contenente in carattere geroglifico una preghiera rivolta ad Osiride, Dal portico occidentale si entra, per cinque poi*- te , in una grande sala destinata alle iniziazioni , splendidamente decorata a spese dei due Popidi , e di Gorelia Gelsa moglie di Ampliato , avendo di lato altra sala , che fu del pari dipinta con figure di deità e di animali adorati dagli Egizi. Dal por- tico meridionale si passa poi nelle stanze abitate dai sacerdoti, in una delle quali si riconosce la cu- cina, dietro cui sta una gradinata per le celle su- periori. 11. Portico di Vinicio. 29) Una lapide sannitica qui raccolta nel 1707 fa sapere , come avendo Vibio Adirano legato in testamento alla repubblica di Pompei una somma, questa venne destinata alla costruzione del presen- te edifizio, essendo questore Vibio Vinicio, che ne curò ed approvò la esecuzione. Esso è conosciuto col nome di Curia isiaca : ma è evidentemente una pub- blica palestra e consiste di un' area circuita da por- tici, nel primo dei quali una delle colonne serviva di fontana , avendo di fronte una base , a cui si ascendeva per una scaletta dietroposta assai con- sunta dall' uso, ed un piedistallo per riporvi i pre- mj atletici. Sulla base era collocata la statua mar- morea del Doriforo , che si ammira nel Museo di Napoli. Vi sono annesse tre celle , di cui una più spa- ziosa, ed una scala per montare di sopra. 83 12. Portico delle cento colonne. 30) Decorato nella fronte da propylei assai no- tovoli \Mìv venustà ed eleganza di stile , che nel- V esti-eniità occidentale tengono una fontana con la testa di Medusa addossata al marciapiede della stra- da , questo por-tico detto per la sua forma FofO triangolare, è formato da due ambulacri, i quali «i (lii)artono da un vertice , slargandosi a guisa di ti-iangolo. Sul p[-incipio vi era una fontana, e poco discosto la statua di Mai'co Claudio Marcello , pa- trono o protettore dei Pompeiani, ed a sinistra sta- vano più aditi che comunicavano col Teatro , col Portico di Vinicio o palestra , e col Ludo gladia- torio, 13. Tempio greco. 31) Innalzato verso il sesto secolo prima del- l' era volgare , questo tempio è uno dei più anti- chi monumenti di Pompei ; ma già nel terzo seco- lo avanti Cristo era caduto, e diventato un pubbli- co scaricatoio e una cava di pietre. Circondato da un boschetto aveva sei robuste colonne doriche nei lati corti e undici su ciascun lato lungOTe^ teneva innanzi a se tre are , con un recinto di epoca po- stei'iore e d' incerta destinazione. Non sappiamo a quale divinità questo tempio fosse dedicato ; le mag- giori probabilità sono per Apollo, ^■i stava poco lungi un tempietto di otto colonne fatto costruire o s' immaginano addossate le seguenti statuette di bronzo : Parete orientale — Nel mezzo Mercurio in pie- di, col petaso alato , la clamide ed il caduceo nel- la dritta , Su ciascun lato figura di Ninfa , supe- riormente nuda , che innanzi al grembo sorregge con ambe le mani una conca. Parete meridionale — Nel mezzo , di fronte al- l' ingresso, la base marmorea simula alla sua vol- ta un semicerchio, ove siede sopra una sedia con larga spalliera un vecchio barbato , che copei-to di mantello tiene la gamba dritta sovrapposta alla sinistra, e col braccio destro fa puntello al mento. Vi si potrebbe riconoscere un dirigente o sorve- gliante degli esercizi ginnastici. Su ciascun lato un Amoi-ino col cigno ; e nella estremità sinistra della parete un discobolo in atto di lanciare il disco , menti'e nella estremità opi)0- sta un atleta in piedi, il quale fa esercitazioni con due cilindri, uno in ciascuna mano. Accanto all' androne trovasi lo spogliatoio per coloro, che volevano partecipare agli esercizj gin- nastici : è una stanza dall' ampio ingresso senza porta, con pavimento di musaico bianco e decora- ta a fondo rosso. In mezzo alle riquadrature rosse sono Amorini volanti con varj attributi. La desti- nazione di spogliatoio si desume chiaramente da una scansia di legno, che era addossata alle pare- ti settentrionale ed orientale all'altezza di m. 1,70 dal pavimento , e della quale si vedojio in queste pareti i fori pei travicelli di legno. Questa stanza comunica poi col sottoscala della gradinata n. 22 , che avendo 1' adito indipendente sulla via menava al piano superiore. Un secondo spogliatojo s' incontra sul lato orien- 88 EDIFIZI dell' isola 2* REG. YIII. tale della palestra , con tre ordini di scansie ad- dossate alle pareti est e sud , come si rileva dai Luchi pei travicelli e dalle tracce del taglio delle tavole : nel suo ampio ingresso , senza porta , si trova un podio di fabbrica piuttosto alto, rivestito d' intonaco rosso e , nel piano orizzontale , di la- stre marmoree. Questo secondo spogliatoio è lìan- cheggiato a sinistra da una breve fauce , per la quale si accedeva alla latrina e a un cortiletto , che, contenendo una scalinata al piano superiore, comunica col irraefarnium mediante una piccola rampa discendente. Sul lato occidentale della palestra si aprono due stanzette , tolte evidentemente alla casa adiacente n. 2Ì, come dimostrano i vani murati su queir atrio e i nuovi ingressi sulla palestra , che non hanno stipiti regolarmeute fatti. Queste due stanze, prive i\\ porta, sono assai probabilmente exedrae , dalle quali si assisteva agli esercizi ginnastici , e di cui quella a diritta comunica con un' altra stanza d'in- certo uso, tolta similmente all' atrio della menzio- nata casa adiacente. Presso r angolo sud-ovest della palestra è il vano d' ingresso dell' apoditerio o spogliatoio del bagno. Coverto di vòlta decorata di ornati a rilievo di stuc- co, e della quale si conserva un frammento nei ma- gazzini di Pompei, aveva le pareti rivestite di la- stre marmoree e probabilmente il pavimento di mu- saico ; ma ora nulla avanza di tale decorazione. Nella sua parete meridionale è aperto un vano di accesso , forse a qualche terrazza ora sprofon- data. A dritta di chi entra nell' apoditerio si trova la vasca rettangolare del frigidario nella quale si di- scendeva per tre gradini rivestiti di marmo. Di marmi colorati erano del pari rivestite le pareti sino all' orlo della vasca, anch' esso coperto di mar- mo. In un foro praticato nell' angolo nord-est, appiè delle pareti e a livello dell' orlo della vasca vedesi tuttora un frammento di flstula di piombo, la quale' EDIFIZI dell' isola 2/ REO. VIIL 80 riuscendo nell' angolo sud-ovest della palestra in uno spazio chiuso da due bassi muretti attraversava diagonalmente la palestra. Un altro tubo di piombo è incastrato nel fondo della vasca , nel medesimo angolo noi*d-est. Vuol dii-e dunque che 1' acqua per mezzo di quel primo tubo raggiungeva V interno del frigidario , correndo a livello dell' orlo della vasca sul lato nord e nella metà del lato ovest , dove diveniva varticale per formare un getto nella vasca. Questa poi si vuotava per mezzo dell' altro tubo postovi nel fondo. Non voglio tacere che an- che la località di questo frigidario venne tolta alla casa adiacente n. 2i. A sinistra dell' apoditerio è situato il tepidario , del quale non esiste altro che alcuni avanzi dei pila- strini laterizi, i quali tenevano il pavimento sospeso. Nelle pareti si vede tuttora qualcuno dei chiodi , che fermavano le tegalae rnammalae. Noli' angolo nord-est è 1' apertura , per la quale 1' aria calda entrava dii-ettamente dalla fornace, che nel nostro bagno è adiacente cosi al tepidario come al calda- rio , con la differenza però che questo vi ha con- tatto con intero lato, mentre quella col solo angolo nord-est. In ciascuna delle pareti orientale ed oc- cidentale del tepidario vi è una nicchia, che poteva contenere una vasca. Segue il caldario, la cui parete meridionale è rasa del tutto. Di esso avanza assai meno che del tepi- dario, in quanto che si riconoscono solo sulle pa- reti le tracce dei pilastrini che sostenevano il pa- vimento. La vasca doveva essere addossata alla pa- rete settentrionale, dove, verso l'angolo nord-ovest è r apertura comunicante con la fornace ; in cor- rispondenza di tale apertura e a livello del fondo della vasca n' è praticata un' altra , ma ad arco , nella meilesima parete nord, e chiusa da una la- stra di metallo serviva a tenere in immediato con- tatto col fuoco r acqua della vasca. Al di sopra di questa è cavata nella parete nord, una piccola nic- chia semicircolare, e un' altra nicchietta rettango- 90 EDIFIZI dell' isola 2' REG. VIIL lare nella parete est , la quale verso la estremità sud conteneva poi una grande nicchia semicircolare evidentemente la schola labri. Il iTt-aefurnluìn, nel quale si entrava dal corti- letto scoperto , menzionato sopra , era coverto di v(Mta e rischiarato dal lìnesti-ino rispondente sulla palestra : conteneva due fornaci, e su quella a si- nistra o orientale si vede nella parete l' incastra- tura del recipiente metallico , che presso il fondo era cinto da due cerchi, di cui si ravvisano nella malta le impronte delle teste dei chiodi. Alle spal- le di questa fornace è una stretta scaletta di mat- toni per la quale si accedeva, dopo il terzo scali- no, al serbatoio d' acqua , e poi al recipiente me- tallico murato sulla fornace. Appiè di questa sca- letta si raccolsero il 20 settembre 1887 alcuni og- getti di metallo prezioso e due libelli simili a quelli rinvenuti nella casa di Cecilio Giocondo (v. sopra a pag. 63). L' altra fornace a destra o occidentale, sulla quale doveva poggiare un secondo recipiente metallico, è in gran parte distrutta. Sulla via fra i n. 25 e 24 è addossata alla parete esterna un lungo sedile , al quale fa riscontro un altro fra n. 22 e 21 : senza dubbio qui seduti i servi aspettavano i loro padroni, che facevano il bagno. È assai probabile che questo piccolo stabilimento di bagni sia stato qualcosa di simile al balneum Venerium nei predj di Giulia Felice (C. /. L. IV n. 1136) e alle thermae M. Grassi Frugi , allo quali era preposto il liberto lanuarius {C. I. L. X n. 1063). Tutti e tre questi stabilimenti eran de- stinati ad accogliere il ceto più distinto della colo- nia, che non amava di frequentare i pubblici bagni e con quello ora descritto le terme di M. Crasso avevan di comune la posizione topografica, in quan- to che anch' esse dovevano sorgere sull' estremo limite della città, ma dalla parte di occidente. Dal foro, passando Ira la Basilica e il tempio di Apollo , si ritorna alla Porta della marina , dove potrà osservarsi il Museo Ponpejano. MUSEO POMPEIANO I. RIPRODUZIONI PLASTICHE a) Tettonica. I. Porzione di una porta d'ingresso a due bat- tenti semichiusa , con serratura , chiavistello , arpioni e saliscendi di ferro [ Ker/. i. ins. iii. n. 27). 2-3. Porzione di porte a due battenti. 4. Porzioni di una porta con serratura di ferro, e due fasce >^ì bronzo. 5-7. Frammenti di porte interne di abitazioni, fra cui è notevole la parte inferiore di una porta coi battenti disposti ad angolo retto e cerniera di bronzo {lieff- v, ins. ii, tablino della casa detta delle nozze d' argento). 8. Altro di porta dipinta in rosso. 0. Altro di porta semichiusa a due battenti. 10. Metà inferiore di una porta semichiusa. II. Lato della porta di una bottega. 12-17. Framnienti di porte di botteghe. 18. Ricostruzione in legno della porta n. 1. 19. Inferriata che difendeva il coinpluviwm di una casa {Reg. i. ins. ii. n. 28), 20. Architrave di porta. 21. Ricostruzione di un finestrino, con inferriata e sportello {Reg. xi ins. i. n. 3). 22. Frammento di un sollitto di legno. 92 MUSEO POMPEIANO b) Suppellettile. 23. Parte della spalliera di un letto in legno, intar- siato di avorio (Reg. ix. ins. ii. n. 5). 24. Altra simile dipinta in rosso {Reg. vii. ins ir. n. 18). 25. Parte di un paravento in legno, fatto a telai, ed ornato con borchie di osso e di bronzo (Reg. vili. ins. IV. n. 14). 26. Fondo di un armadio di legno (Reg. vii. ins. XV. n. 12). 27. Lato dell' armadio. 28. Piede dell' armadio. 29. Parte posterioi'e dell' armadio. 30. Ricostruzione del medesimo armadio. 31. Ricostruzione di una cassa, con serratura di bronzo e cerniera di osso (Reg. ix. ins. in. n. 10). 32. Cofano da muratore (Reg. i. ins. v. n. 2). 33. Paniere di vimini. 34 Grande borsa contenente vari oggetti (Reg. vii. ins. XI. via quarta). 35. Ruota di carro (Reg. i. ins. iv. n. 28). 36-37. Cerchio in ferro ed asse della stessa ruota e) Corpi umani e di animali. 38. Uomo giacente supino, con le braccia quasi in- crociate sul petto (fuori Porta Stabiana). 39. Altro uomo supino, con le gambe e le braccia contratte, munito di mantello e di sandali. Il suo volto è quello di un afric'ano. Accanto aveva un'asta di ferro (Reg. vi. ins. xiv. cardo). 40. Uomo giacente supino , con le gambe aperte , il destro braccio proteso, la mano sinistra pres- so la cintura , ed un anello al dito. Il volto potrebbe farlo credere anche africano (Reg. IX. ins. III. via secunda). MUSEO POMPEIANO 93 41. Grande cane asfissiato sulla sojiflia della porta di una casa, di cui stava a custodia, Sei-ba nella impronta del collare di cuoio i due anelli di bronzo {Re(j. vi. ins. xiv. n. 20). 42. Uomo con tunica, mantello, calzoni e sandali: è V unica impronta notevole per un abbiglia- mento piuttosto completo (fuori Porta Sta- bUiiia). 43. Giovane donna bocconi , con la testa poggiata sul bi'accio. Denudata in parte"della veste che la copriva, ne serba qualche impressione sulla spalla , ed ha tuttora visibile una treccia col nodo dei capelli netl' occipite {Reg. vii. ins. XVI. cardo). 44. Giovane donna, con anello al dito o coturno ad un piede , di cui è ammirevole la gamba {Reg. VII. ins. xi. via quarta). 45. Due 'donne 1' una accanto all'altra, la prima di maggioi'e età adagiata sul fianco , 1' altra giovinetta bocconi, e col viso sul braccio {Rcg. VII. ins. XI. via quarta). 46. Uomo bocconi, con le mani crispate {Reg. vii. ins. II. n. 18). 47. P'anciullo adagiato sul lato sinistro. 48. Uomo perfettamente nudo, similmente adagiato sul fianco sinistro (fuori Porta Stabiana). 49. Donna rinvenuta bocconi, oggi però situata sul dorso (fuori Porta Stabiana). 50. Bellissima figura di uomo assopito, che giace sul sinistro fianco , tenendo il capo sul brac- cio e le gambe raccorciate (Reg. i. ins. v. n. 3). 51. Uomo supino , con le gambe ritirate , cintura ai lombi e la destra poggiata sul ventre. 52. Uomo caduto tra i lapilli , che non ritennero r impronta della scliiena , né del destro brac- cio. Il rigonfiamento del ventre è dovuto ad un pezzo di cenere distaccatosi nelT atto che si formava in gesso {Reg. vii. ins. xi. via quarta). 94 MUSEO POMPEIANO 53. Tronco di laurus noMlis o lauro dei poeti (fuo- ri Porta Stabiana). II. ISCRIZIONI 1. FACVVIVS . ERASISTRATVS • EX • Vpv Tabella marmorea adoperata come materiale di costruzione {Beg. ix. ins. i. n. 27). S. i I I j CVSPIVS . T • F • M • LOREI V5 M • F DVOVIRDDSMVRV MeT PLVMAM -FAC • COER • ElDEMQ^FRo Lastra di travertino di Caserta, ricompo- sta da frammenti adoperati per limini di porte (Reg. VII. ins. i. n. 40). 3 . aANCile . . . CILT-RVFI vfm 'AN -xx Frammento di titolo sepolcrale, rinvenuto in- torno al podio che sostiene le tombe della gente Arria. 4. ANTIOCHVS Aretta di marmo. V-S 5. L -CEIVS-L-L 6. LVCCEIA-IANVARIA LVCIFER 7. TRAEBIA FORTVNATA VIXIT • ANNIS • XXIX Frammenti di stele marmoree. ■8. lANVARI V -A -Il Cippo ad erma di marmo bigio frammentato (fuori Porta Stabiana). MUSEO POMPEIANO 95 10. L • C • A PETROM AE • VENVSTAE ET SVIS Lastra di marmo bigio ( fuori Porta Sta- hiana). 11. \m\\}Al:]\\\\\\ FRONT///,']:] n • y mimmi P'i'ammento di travertino di forma irregola- re , che presenta la faccia della base spiana- ta e r anteriore modanata , con zoccolo sor- montato da gala e listello. E certamente una memoria relativa a M. Numistrius Fran- to, lìglio della nota sacerdotessa Eumachia e duumviro nell'anno 8' d. (Ir. (fuori Porta Sfabiana). 12. « L L E L I A • m. A I • F sACERD • WeneriS ET • CERER/5 • siB\ EX • DEC • DECR • ?Eq. pub. Lastra marmorea rotta in più pezzi {Reg. vili. Ins. l.' , piano inferiore della casa n. 21). 13. A • SEXTILIVS • A • F ■ GEMELLVS • ITER Calco in gesso della epigrafe scolpita sulla faccia posteriore della tavola marmoi-ea, ch'esi- ste sulla porta. minore de\ Portico della Con- cordia {Reg. VII. ins. ix. n. 68). 14. P-SITTlVS-DIOP-iAiTVS 15. NARDVS AVGVSTALIS LIVIAE-L Titoli sepolcrali. Molti frammenti marmorei d' iscrizioni pub- bliche ed onorarie. 96 MUSEO POMPEIANO III. TERRECOTTE {Armadio a sinistra nella seconda sala) 1-40. Anfore a grosso ventre, con collo stretto. 41-60. Urcci portanti iscrizioni tracciate con lo in- chiostro . Sono notevoli : L i q u a m e n | optimum n. 43; G{arurti) f{cictum, per se n. 49.52,57; Gr fscombr | Scauri | A. Timbrici I ex officina n. 53. 61-62. Piccole anfore. 63-82. Urcei con iscrizioni. 83-112. Anfore, alcune delle quali con epigrafi di- pinte. 113-18. Vasi ad un manico, tra i quali è il n. 117 che porta graffito : IIPAPHRODÌTI SVM TANGIIRII MII NOLI 119-48. Anfore, tra cui è il n. 130 con vesvin | imp. VESP. VI. COS. (a. 75 e. v.). 149-91. Grandi anfore. {Sullo armadio a dritta nella medesima sala). 192.201.211. Grondaie con testa di tigre. 193.198.208. Altre con la parte anteriore di un leone tra due grifi. 194-196. Altre con testa di leone tra due ornati. 195. Altra con la parte anteriore di un leone, tra due figure giovanili che tengono a mano i loro destrieri , 1' una armata , 1' altra recante un ramo di palma. 197.200.205.209-10. Grondaie con testa di tigre fra due ornati. 199.206. Altre con la parte anteriore di un leone, 202-3. Piccole anfore simili ai n. 61-62. 204. Grondaja con testa di tigre tra due delfìni. 207. Altra con testa di delfino tra due ornati. MUSEO POMPEIANO 97 212. Frammento della j^rondaja che coronava la sommità della cornice del Tempio greco , con ppotomi di leoni divise da rosoni e palmette. Un frammento di rosone, rinvenuto nelle fon- damenta del medesimo tempio , si conserva nello scompartimento XXI dello stesso armadio. 213. Grondaja in forma di protome di cinghiale. {Negli scompartwienti dello stesso artnadio) I. 214-17. Piccoli vasetti cilindrici senza manici. 218-21. Vasetti senza manici. 222-28.230. Vasi di varia grandezza, a ventre gros- so , larga bocca ed un manico. 259.231. Urceoli. 232-84.236. Piccoli vasetti ad un manico , con tre baccelli nel ventre. 235. Vasetto ad un manico. 237-39. Salvadenari. 240-41. 243-44. Anforette con larga bocca. 242. Grosso vaso a quattro manici, il cui fondo è forato. II. 245-50. Vasetti a grosso ventre , larga bocca e a due manici. 251. 253-54. 256. Coppe o shyphi a due manici. 252. 255. Urcei a vernice nera, ad un manico. '^57 259. TJrcei. 258*. 260-61. 263. Anforette. 262. Urceo a grosso ventre e bocca stretta, ad un manico. 264-66. Vasetti senza manici, a larga bocca. 267.271. Vasettini senza manico, per uso di versare. 268. Piccolo vasetto con manico. 269. Piccola tazza con manico lungo. 98 MUSEO POMPEIANO 270. 272. Vasetti a larga bocca e a due manici. 273-74. Due scodelle. 275-76. 280-81. Vasetti di varia grandezza, e ven- tre grosso e lungo collo senza manico, a gui- sa di bottiglie. 277. Vasetto a bocca stretta con manico. 278. Vasettino cilindi-ico. 279. Tazza senza manici con coverchio. 282. 284. 286. 288. Piccoli abbeveratoi di uccelli. 283. 287. Anforette. 285. Vaso a bocca larga e ad un manico; sul ven- tre sono rilevate assai rozzamente quattro lu- certole. III. 289. 291. Vasettini a lai^ga bocca con un manico. 290. Vasetto ad un manico. 292. 294, Vasettino a larga bocca con un manico. 293. Vasettino a larga bocca e due manici. 295, Vasetto con bocca stretta e grosso ventre, 296, Vasettino a larga bocca e due manici, 297, Vasetto a larga bocca e due manici. 298, 300. Pignattini. 299, Vasetti a larga bocca ed un manico. 301. 305. Shyphi a due manici. 302. Vaso a collo stretto ed un manico, 303. Vaso cilindrico senza manico. 304. Vasetto a grosso ventre , collo stretto ed un manico. 306. 308, Patere 307, Aretta di tufo con tracce di colore rosso. 309. 311, Specie di culla con un mezzo busto, as- sai rozzamente fatto, addossato alla spalliera- 312, Vaso in forma di aretta. 313, Aretta con pulvinare, 314, Aretta rivestita di stucco bianco: sul lato ante- riore presenta un mezzo busto di donna diade- mata, di sotto a cui è eretta una testina: altre due testine veggonsi su i laterali. MUSEO POMPEIANO 00 315. Aretta. IV. 316-20. 331. Upcei o liydriae di varia grandezza. 330. Anforetta. 332-35. Urcei a grosso ventre, colio stretto e lungo, ed un manico. 336. 330-40. Oenochoe di varia grandezza 337-38. Vasi di diversa grandezza a due manici. V. 341-44. 347-50. Urceoli. 345-46. 351-58. 350-63. Anforette di varie forme* VI. 364-84. 386-80. Urcei di varia grandezza. 385. Vaso a grosso ventre, larga bocca, con mani- co ricurvo fissato sull' orificio. VII. - 300. 415, Urceoli di varie dimensioni. VIII. 416-31. Pignatini. 432-33. 435-40. 442. Altri a grosso ventre , larga bocca, senza manici e col coverchio. Il n. 442 è poggiato sopra un fornello di terracotta. 434. Scifo. 441-43. Vasi a grosso ventre e larga bocca , con, manico e coverchio. IX. 444-51. Piccoli vasettini a larga bocca, senza ma- nici. 100 MUSEO POMPEIANO 452. 458. 461-62. Vasetti a larga bocca ad un ma- nico, con coverchio. 453. 455-57. Vasetti senza manici. 454. Vasetto a larga bocca ad un manico. 459-60. 464-65. Vasetti a larga bocca e due mani- ci con coverchio. 463-66. Vasi senza manico con coverchio. 467-69. Vasi a grosso ventre e bocca larga , con manico e coverchio. X. 470-85. Pignattini. 486-87. 489-90. Vasetti a larga bocca, con manico e coverchio. 488. 491-93. 495. Vasi a grosso ventre a due ma- nici, il cui fondo è forato. 494. 499. Vasi a grosso ventre, larga bocca, senza manici, con coverchio. XI. 497. 499-500. Scodelle. 498. Tazza. 501-504. Piatti. 505-6. 508-11. Scodelle di varia grandezza. 507. 512-13. Piatti. 514-15. 517-18. 520. Scodelle. 516. Tazza. 519. 521. 430-34. Piatti di varie dimensioni, 522-29. Scodelle. XII. (Vasetti aretini). 535-52. Piccole tazze : il numero 547 ha graffito sul ventre : REDDII MII 553. 555-56, 558. Pocula 554. 557. 559. 561-62. 564-67. 570-74. Piccole tazze. 560-63. Pocula. 568. Scodella. MUSEO POMPEIANO 101 560. Urceo con vernice gialla. 575-76. 578. 580. Tazze. 577-81. Pocula. smaltati. 570. 582. Scodelle, XIII. 583 85. 587 95. 599-604. 606-0. Tazze di varia gran- dezza. 586. 506-08. Scodelle. 605. Frammento di grosso piatto. XIV. 610-15. 622-24. 627. 630-30. Piatti di varia grandezza. 616-21. 625-26. 628-29. Tazze di diversa grandezza. XV. 640-69. Tazze di varia grandezza. 670. Piccola colonnetta baccellata, su cui poggia una lucerna a due lumi. 671. 674. 677. 679. Pocula. di varie dimensioni. 672. Piccolo bicchiere. 673. Vasetto senza manico. 675. 677-78. 680. 686. 688-92. 694. Tazze di varia gran- dezza. 681. Scodella. 682-83. 685. Piattini. 684. Anforetta col ventre depresso. 687. Lucerna bislunga ? 693. Vasetto senza manico. XVI. XVII. 695-846. Lucerne ad uno e a due lumi. XVIII. 847. Grondaia in forma di testa di cane. 102 MUSEO POMPEIANO 848. 850-52. Altre in forma di testa leonina. 849. Antefìssa in forma di testa di leone. 853-64. Antefisse in forma di palmetta, con testina nel mezzo. 865. Antefìssa con testa di Fauno, barbato e coronato di pigne. 866. Altra con testa di Giove. 867. Altra con testa di Fauno. 868. Altra con testa di Sileno. 869. Altra con piccola testa di Bacco coronata di pigne. 870. Altra con testa coperta di pileo. 871-74. Altra in forma di palmette. 875. 878. 880. Grappe di piombo per tener ferme le tegole. 876. 879. Antefìsse in forma di rosoni o palmette. 877. Frammento di tegola, cui è infissa una grap- pa di piombo. XIX. 881. Antefissa con testa barbata. 882. Grondaia in forma di maschera. 883. Antefissa con maschera poggiata ad un pila- strino. 884-86. Antefissa in forma di testa muliebre. 887-911. Grondaia in forma di maschere. XX. 912-46. Grondaie in forma di maschere sileniche. XXI. ( Vasetti delle tombe preromane ) 947. 949. 963. 969-70. 973-74. Vasettini a vernice nera, larga bocca ed un manico. 948. 950. 054. 956. 958. 960. Kylihes a vernice nera. 951. 964-65. 968. Lehytoi. I num. 964-65 presentano la nota testa femminile rivolta a dr. , dipinta MUSEO POMPEIANO 103 in rosso su fondo nero, nella maniera dell'ar- te cadente. ^ 952-53. 055. 957. Piccole bottiglie senza vernice. 959. 9(16. 971. Shyphoi, di cui i num. 906 e 971 sono decorati con ornamenti lineari rossi e bianchi. 961-62. Piccolissime arette (?) di creta grezza. 967, Piccola bottiglia, che offre dipinto in nero un grande uccello ritto in piedi, a guisa di cigno. 972. Patera , nella quale sono dipinti in rosso su fondo nero tre pesci. Oltre ai notati vasetti si conservano in que- sto stesso scompai'timento alcuni altri vasetti dipinti della medesima epoca , raccolti nello scavo delle fondazioni del tempio greco. 975-84. I^rammenti di grondaie, esibenti in bassori- lievo una Nereide seduta sul dorso di un ca- vallo marino. 985-88. Framenti di grondaie , col bassorilievo di un giovine armato di galea ed asta, che tiene pel freno il destriero. {Plano bife/'iore dell' armadio) 989. 991. 993 1005. Tegole. 990. Grondaia in forma di testa di tigre. 992. Antefissa con testa muliebre. 1006. 1012. Altre con palmella ornata di testina. 100.7 Altra con testa di Sileno. 1008. Alti'a cen testa muliebre munita di pileo. 1009. Monopodio, 1010. Antetissa con testa muliebre. 1011. 1013. Due tubi. 1014-16. Tegole. 1017. Vaschetta con piccolo canale. 1018-19. Fumaiuoli. 1020-29. Vaschette. 1030. Tubo ornato di sei piccoli Telamoni. 1031-41. Grossi vasi a due ed a tre manici. 1042-51. Conche per acqua. 104 MUSEO POMPEIANO IV. BRONZI 1-5. Conche a due manici. 6-7. Coppe di bilancia. 8. Caldaia. 9-24. Vasi di varie dimensioni {w,isure), aventi il collo stretto e corto , bocca larga , ed un ma- nico finiente per lo più in testina o masche- retta. 25-26. Conche bislunghe , di cui l'una ha due ma- nici , r altra il covei'chio. 27-36. Casseruole a manico lungo. 37-43. Padelle a lungo manico, di cui quatti'o bis- lunghe e tre rotonde. 44. Vaso a grosso ventre, larga bocca, e due ma- nici. 45-47. Vasi a bocca larga, con manico finiente in puttino (misure). 46, 48. 50. Vasi ad un manico finiente in masche- retta. 49. 51. Oenochoe. 52-53. Vasi a bocca larga ed un manico (misure). 54-56. Vasetti ad un manico. 55. Vaso a collo stretto e lungo , bocca larga ed un manico. 57-60. Anforette. 61. Vaso a grosso ventre, larga bocca ed un ma- nico. 62. Vaso detto "misura . simile ai descritti. 63-69. Campanelli a base rotonda o quadrata. 70-72. Piccoli candelabri , di cui ciascuno sostiene una lucernetta. 73-83. Lucerne di varie forme ad un lume , delle quali il num. 82 conserva ancora il lucignolo. 84-86. Lanterne. 87-88. Briglie di cavallo. 89-92. Fibule per cavallo. 93-94. Cucchiarini. 95. Compasso. MUSEO POMPEIANO 105 96. Misura di lunghezza. 97. Ago saccaie col filo. 98. Due isti'omenti chirurgici ? 99-100. Bilance a due coppe piane. 101-6. Patere, delle quali i num. 101. 104-6 hanno i manici lunghi , fìnienti in testa di ariete. 107. Antbretta. 108. Vasettino a collo stretto, senza manico. 109-10. Pinzette. 101-12. Piccola chiave con anello. 118. Amo da pesca. 114-t6. Strigili. 117-li). Ramaiuoli. 129-21. Ramaiuoli foi'ati. 122-24. Ciste con manici mobili. 125-29. Forme di paste, delle quali il num. 128 ha la figura di conchiglia, e le altre sono ellittiche. 130. Piccola secchia con manico mobile. 131, Disco. 132-33. Imbuti. 134-36. Oleari a grosso ventre , collo stretto , ed un manico. 137-41. Saliscendi di ferro. 142-43. Serr'ature di ferro. 144. Due maniglie di ferro per cassa. 145. Maniglia di ferro per porta. 146. Due maniglie di ferro cogli arpioni. 147-48. Chiavistelli di ferro. 149-51. Chiodi. 152-54. (Chiodi con borchie di bronzo. 155. Due piedi di tavola in forma di piede umano. 156. Due fermagli di porta. 157. Vaso detto /nisura, simile ai precedenti 158. Secchia con manico mobile. 159. Pentola con manici mobili e coverchio, pog- giata sopra un treppiedi di ferro. Per essere stata assai ben chiusa , vi si conserva tuttora r acqua. 160-61. Fornelli, di cui il num. 160 sostiene una pendola di bronzo. 106 MUSEO PpMPEIANO 162. Vaso a grosso ventre , larga bocca e senza manico. 163. Misura per cereali. Il solo ferro è antico. 164-65. Bracieri , dei quali il num. 164 ha i piedi consistenti in piccoli Sileni itifallici, oltre due ali e zampa leonina. V. VETRI 1-7. 9-10. Bottiglie di varia grandezza. 8. Vaso cilindrico con collo breve, bocca angusta, ed un manico. 11. 15. Vasi di forma quadrilatera, con collo breve, bocca piuttosto larga , ed un manico. 12. 14. Piccole bottiglie. 13. Vaso a corpo emisferico , con collo stretto , ed un manico. 16-22. Vasetti cilindrici, con collo corto ed un ma- nico ; il num. 22 è compresso dall' azione del calorico. 17. Vasetto di vetro bleu , con bocca larga ed un manico. 18. 20. Bicchieri scannellati. 19. Piccolo imbuto. 21. Vasetto a bocca larga, di vetro cosi detto greco. 23-25. Vasi di varia forma , con collo stretto e manico. 26. Piccola bottiglia scannellata. 27-28. Bottiglie compresse dall' azione del calorico. 29-31. 35. Vasettini a larga bocca senza manico. 32. Piccola bottiglia di vetro verde. 33. Simile di vetro bleu. 34-36. Piccole bottiglie. 37. Vasetto in forma d' uccello , di vetro giallo- gnolo. 38-41. 48-51. Unguentari. 42-47. Piccoli Balsamarì , dei quali il num. 45 ha una patina quasi aurea. 52. 54. 56. Vasi cilindrici , con collo breve ed un manico. MUSEO POMPEIANO 107 53. 55. Vasetti di forma quadrilatera , con collo stretto ed un manico. 57-58. 60-(52. (36. 'razzoline di varia forma. 59. Vasetto con manico lungo. 63-65. Piatti. 67-68. Lasti'e rinvenute nei Bagni (Sopra gli ar- Tiiadj nella seconda sala). VI. COLORI 1-3. 5. Giallo bruciato. 21. 4-6. Bianchetto ? 22- 7. Teri'a rossa. 25. 8. li. Terra gialla. 26. 9. Bianco. 27. 10. Terra rossa. 28. 12. Lacca carminiata. 29. 13. Terra pavonazza. 30. 1-4, Lacca carminiata. 31. 15. Calce, con pennello. 32. 16. Bleu. 33. 17. Terra ombra. 34. 18. Ceneretta. 35. 19. Verde chiaro. 36. 20. Nero. Giallo bruciato. 24. Bleu. Lacca carminiata. \'asetto di tinta neutra. Lacca carminiata. Ceneretta. Terra verde. Vasetto di tinta neutra. Carniccio. Pavonazzo. Bianchetto ? Bleu. Tinta mista rossa. Pavonazzo. VII. CO .M j\I E S T I B I L l 1-2. Sementi. 14. Favette. 3. Favelle. 15. Olive. 4. Grano. 16. Grano. 5-7. Squame di pesci. 17. Noci. 8. Olive. 18. Noccioli di olive 9. Favette e lamponi. 19. Gusci d' uova. 10. Favette. 20. Uovo intero. 11. Fichi secchi. 21. Nocelle. 12. Datteri. 22-33. Pani. 13. Fichi. 108 MUSEO POMPEIANO YIII. AVANZI Olio A MCI 4-81- 106-10. Conchiglie. 82-90. Corna dì vari animali. 91. Tartaruga. 02-08. Denti di cinghiale. OVV102. 111. Lumache. 10;^-5. Testuggini. 112-;^1. Teschi umani. 132. Femore destro di adulto , con frattura nella parte media, mal consolidata ad angolo retto, ed artrite deformante ne' capi. 433-44. Teschi umani. 145. Scheletro muliehi'e. 146-49. Scheletri dì cavallo. 150. Cranio d' un poi*co. 451-54. Scheletri dì cani. 155. Scheletro di gatto? 156. Ossa di porchetto e di pollo in un tejjame dì bronzo. 157. Scheletro dì un gallo. 158-59. Scheletrì di topi. MUSEO POMPEIANO 109 IX. SAGGIO DI MARMI ADOPERATI NELLE COSTRUZIONI I. Africano? 2 3. Paisì. 4. Portasanta. 5. Bigio nero. 6 7. Saracezza. 8. Alabastro fiorito. 9. Fiore di persico. 10 ...... . II. Saravezza. 12 13 l'i i5. Saravezza. 16. Giallo antico. 17. Lumachella. 18. Alabastro. 19. Bricciolino. 20. Giallo brecciato. 21. Pietra vesuviana. 22. Marmo greco. 23. i?o.9so antico. 24. Marmo bianco, 25. Africano. 26 27. Alabastro fiorito. 28. Verde di fiume. 29. Alabastro fiorito. 30. i?o.v50 antico. 31. Palombino. 32 33 34 : 35. Marmo bianco. 36. Bardiglio fiorito. 37. Alabastro fiorito. 38 39. Alabastro fiorito. 40- Cipollino. 41. Saravezza. 42. Diaspro di Sicilia. 43. Manno bianco. 44. Alabastro fiorito. 45 110 MUSEO POMPEIANO X. OGGETTI VARI 1. Telamone in terracotta, inginocchiato, e reggen- te sulla testa una tavola {Reg. vii. ins. oc- cicl. n. 10). 2. Dipinto rappresentante Narcisso seduto, che a- vendo coverte le gambe con la clamide, e te- nendo sul ginocchio dr. un Amore armato di venabulo , si specchia nella fonte ( Reg. vii. ins. XV. n. 2). Raccolto in frammenti. 3. Frammento di un bellissimo intonaco con la rap- presentanza di una testa silenica. 4. Piede di granito, per sostegno di tavola in mar- mo {Reg. VII. ins. i. n. 40). X). Piede di tavola in marmo colorato, cui è addos- sata un' erma di giallo antico rappresentante una Baccante, coronata di pampini e di pigne. 6. Piede simile. L'erma rappresenta Libera. 7. Simile. L'erma è di Satiro barbato, coronato di pampini e di pigne. 8. Piede di tavola in marmo bianco , cui è addos- sata r erma di Libera, con tracce di colore. 9. Statuetta di giovane imberbe , nudo e in piedi con leggiere traccio di colore, che nella posa ricorda il doriforo. Sospesa al braccio sinistro ha la veste, e nella dritta protesa teneva for- se un' asta. Presso la gamba è un trofeo. 10. Statuetta di Venere anadiomene {Reg. vii. ins. ITI. n. 6. 1-4. Avanzi di vesti di lana , e di finissime tele {Reg. VII. ins xii. n. 23). 5. Avanzi di corde. INDICE 13 1(5, 17, 18, 19, 20, 21, 22 Porla (Iella Marina, pij. Case a sin. della strada » Tempio di Apollo . » Bisilica » Foro » Tempio di (ìiove . » lìdili/.i ptihhliei in- torno al Foro ...» Dall'arco di Nerone Cesare a quello di Caligola » Bagni » Casa detta del poeta » Isola Arriana Poi- liana » Via die conduce al- la porla Ercolanese » Porla Lrcolanese . » Strada dei sepolcri » Dall'ano di Caligol.i alle mura » Strada della Fortuna » Casa del Fauno . . » Casa dei Vettii . . » (]asa di Fudoxo. . » Casa dei Capitelli ligurali » Casa della caccia. » Isola 13' e I i' del- la Heg. VI e isola 1»e2» della Heg.V » Casa di Marco (ìavio » Casa di Caio Vibio » Casa di Popidio Pri- sco » 2 i 0 2 5 G. 7 7 8 9 8. 9. IO IO II. 16 12. 21 13. 1 22 2. 3. 23 4. 26 5. » 6 33 7 39 8. 40 9 12 ii IO II. » 12 43 13 14 io 58 15 59 Ml 60 . Ci sa ih' l'orso. . pag 61 . Casa di Marco O- sio Blindo. . . . . 62 . Casa di Proculo . . » . Casa di Marco Lu- crezio . 63 . (>asa di Sirico . . . » . Terme . 65 . Casa di fronte alle Terme. 68 . Casa di 1 i]M\t) Bufo 69 . C.isa di Epidio Sa- Inno . . 70 . Atititealro 71 . Casa di Popidio . . 73 . Edilizi dell' is. 2" . 74 . Conceria di pelli. . 75 . Albergo di Emi eie . 76 . Porla S tahian,!. . . i> . Caserm; dei Gladia- lori . . 78 . Teatro coperto. . . 79 . Teatro maggiore . . B . Tempio di l-^sciila- pio e (1 ' Igia. . . . 80 . Tempio d' Iside . . 81 . Portico di Vinicio. 82 . Portico delle cento colonne 83 . Tempio greco . . . » . Altre case del decu- mano minore . . . 8i . Edilìzi dell' is. 2« Reg. Vili 84 SEO POMPEI.VNO. . . . 91 Prezzo L. 1,50.